Comunicato stampa dell’Organismo Congressuale Forense a pochi giorni dall’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del testo del Ddl delega per la riforma del processo civile.
Con nota del 9 dicembre 2019, l’OCF ha anticipato alcune considerazioni dopo aver preso atto del varo, in CDM, del disegno di legge e dopo essersi riservato le opportune considerazioni “all’esito dei lavori dell’apposito dipartimento a suo tempo costituito e salve le prerogative dell’Assemblea”.
Da quanto si apprende, l’Organismo ha manifestato, da un lato, soddisfazione per il recepimento e la conservazione di molte “delle importanti modifiche apportate all’originario ed inaccettabile testo all’esito del confronto attuato nel tavolo di lavoro ministeriale”, in accoglimento delle richieste espressamente formulate dall’Avvocatura.
Dall’altro, tuttavia, si è detto sorpreso e contrariato rispetto alle modifiche apportate al testo concertato “senza alcuna preventiva consultazione con l’Avvocatura e in specie con l’Organismo deputato all’attuazione dei deliberati congressuali”.
Il riferimento dell’Organismo di rappresentanza politica dell’Avvocatura è relativo, in primo luogo, all’esclusione dalla delega della revisione dell’articolo 2113 del codice civile, ossia al potenziamento della negoziazione assistita in materia di lavoro. Questo, per come si era precedentemente concertato in sede di tavolo di lavoro, con condivisione “da entrambe le forze politiche di governo”.
L’esclusione in oggetto – viene sottolineato nel comunicato – è una modifica "inaccettabile", “rispetto alla quale l’OCF esprime ferma opposizione”.
In secondo luogo, l’Organismo si è detto particolarmente preoccupato del metodo seguito del Guardasigilli il quale – viene sottolineato – “abbandonando unilateralmente la prassi virtuosa seguita nei primi mesi del corrente anno, ha cessato da oltre cinque mesi ogni forma di consultazione con l’Organismo che rappresenta la voce libera, autonoma, indipendente e non vigilata dell’Avvocatura Italiana”.
Nella nota stampa, l’OCF parla addirittura di “deriva illiberale”, ritenuta grave anche in considerazione della mancata risposta alle richieste di confronto inoltrategli, sia informalmente che formalmente.
Da qui l’annuncio che l’Organismo Congressuale Forense “valuterà ogni più opportuna iniziativa, anche in vista dell’iter parlamentare del DdL di delega e del successivo percorso di redazione dei decreti delegati”.
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