Riforma del fallimento: varo definitivo dal Consiglio dei ministri
Pubblicato il 11 gennaio 2019
Il Consiglio dei ministri ha definitivamente approvato il decreto legislativo di riforma del fallimento, predisposto in attuazione della delega contenuta nella Legge n. 155/2017.
Il nuovo “codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”, ratificato nella seduta del 10 gennaio 2019, introduce una riforma organica della disciplina delle procedure concorsuali ed è stato varato alla luce delle espresse finalità di consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese e di salvaguardare la capacità imprenditoriale dei soggetti che vanno incontro al fallimento.
Nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza
Tra i principali interventi contenuti nel testo di riforma si segnala:
- l’introduzione di procedure di allerta finalizzate a consentire la pronta emersione della crisi, comprese norme premiali in favore dell’imprenditore che azioni i nuovi meccanismi;
- la sostituzione del termine “fallimento” con l’espressione “liquidazione giudiziale”;
- la prioritaria trattazione delle proposte che implichino il superamento della crisi assicurando la continuità aziendale;
- una disciplina uniforme e semplificata dei diversi riti speciali in materia concorsuale;
- la riduzione dei tempi e dei costi connessi delle procedure concorsuali;
- l’istituzione di un albo dei soggetti incaricati, dal tribunale, a svolgere funzioni di gestione o di controllo nelle procedure concorsuali, con l’indicazione dei requisiti di professionalità esperienza e indipendenza necessari all’iscrizione;
- la preferenza che viene accordata, tra gli strumenti di gestione delle crisi e dell’insolvenza, alle procedure alternative rispetto a quelle dell’esecuzione giudiziale;
- un’armonizzazione delle procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza del datore di lavoro, con forme di tutela dell’occupazione e del reddito di lavoratori;
- l’introduzione di una procedura unitaria per la trattazione dell’insolvenza delle società nei gruppi d’impresa;
- un ampliamento dei margini di manovra del Pm in ambito fallimentare;
- nuovi parametri per la nomina dell'organo di controllo o del revisore nelle Srl, con sostanziale ampliamento della platea dei soggetti che dovranno provvedere alla nomina di sindaci o revisori.
Organo di controllo per le SRL
Con particolare riferimento a quest’ultimo intervento, nel dettaglio, viene introdotta una modifica al Codice civile, ai sensi della quale la nomina dell’organo di controllo o del revisore è obbligatoria se la società:
- è tenuta alla redazione del bilancio consolidato;
- controlla una società obbligata alla revisione legale dei conti;
- ha superato, per due esercizi consecutivi, uno dei limiti specificamente previsti (ovvero 2milioni di euro di ricavi o di attivo o personale oltre le 10 unità).
Statuti da adeguare entro 9 mesi
Da segnalare che, nell’ultima versione del testo di riforma, sono state introdotte ulteriori novità collegate a questo intervento ovvero:
- diventano tre gli esercizi consecutivi entro cui i limiti non devono essere superati affinché l'obbligo di nomina del sindaco o del revisore venga meno;
- si prevede che il monitoraggio riguardi i due esercizi antecedenti la scadenza per l'adeguamento dello statuto delle Srl alle nuove disposizioni, adeguamento, quest'ultimo, che dovrà avvenire entro 9 mesi dall’entrata in vigore della riforma.