Bocciata dal Parlamento Europeo la proposta di riforma del copyright. Con 318 no, 278 sì e 31 astenuti, il testo proposto all’Europarlamento per cambiare il diritto d’autore online ed obbligare le piattaforme Web (come Facebook e Google), che usano i contenuti creativi diffusi da altri, di rispettare le norme sul diritto d’autore, non ha raccolto i necessari consensi.
Ora, la proposta di direttiva europea sul copyright (2016/0280) dovrebbe tornare in aula a Strasburgo a settembre, dove potranno essere apposte le necessarie modifiche.
Lo scoglio che ha impedito di mandare avanti la riforma è rappresentato dall’introduzione di due emendamenti approvati dalla Commissione giuridica dell’Europarlamento il 20 giugno.
Attraverso l’articolo 11, si mirava ad introdurre un diritto a favore degli editori di avere una remunerazione dalle piattaforme Web per ogni articolo preso e diffuso nella rete. In alternativa, i colossi della rete avrebbero potuto ottenere licenze d'utilizzo dei contenuti, a seguito del pagamento di un canone concordato, dopo un accordo tra le parti.
Con l’articolo 13, i grandi del Web venivano obbligati a definire precise ed opportune misure al fine di evitare che altri potessero disporre liberamente, infrangendo le norme del diritto d’autore, di contenuti senza detenere una licenza.
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