Testo Codice antimafia promulgato, segnalate alcune criticità

Pubblicato il 18 ottobre 2017

Mattarella scrive a Gentiloni sollecitando alcune modifiche

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato, il 17 ottobre 2017, la legge di riforma del Codice delle leggi antimafia, per come definitivamente approvata il 27 settembre scorso.

La lettera del Capo dello Stato

Lo si apprende dal sito istituzionale del Quirinale dove è stato anche pubblicato il testo di una lettera scritta dal Capo dello Stato al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, dove il Governo viene invitato ad un “attento monitoraggio degli effetti applicativi della disciplina”, con particolare riferimento all'ambito applicativo delle misure di prevenzione.

Nella missiva, il Presidente Mattarella sottolinea di aver provveduto alla firma e alla promulgazione del testo “non ritenendo che vi fossero evidenti profili critici di legittimità costituzionale, nonché in ragione dell'importanza della normativa”.

Criticità in tema di confisca allargata, sollecito di un intervento normativo

Segnalato, però, un punto ritenuto di possibile criticità in tema di confisca cosiddetta allargata, con riferimento alla quale il provvedimento approvato non riproduce alcune ipotesi di reato inserite nell'articolo 12-sexies dall'articolo 5 del Decreto legislativo n. 202/2016, attuativo alla Direttiva 2014/42/UE sul congelamento e alla confisca dei beni strumentali e dei proventi da reato dell'Unione europea.

Nel dettaglio – ha segnalato il Presidente – nel testo approvato “sono state eliminate tutte le ipotesi di reato introdotte dal citato decreto legislativo ad eccezione dell'autoriciclaggio”, con la conseguenza che per i detti reati - associazione per delinquere finalizzata alla commissione delle fattispecie di falso nummario, corruzione tra privati, indebito utilizzo di carte di credito o di pagamento, delitti commessi con finalità di terrorismo internazionale e reati informatici quando le condotte di reato riguardano tre o più sistemi informatici - non sarà più possibile disporre la misura in oggetto.

Si tratterebbe, per Mattarella, di un profilo che pur “non costituendo una palese violazione di legittimità costituzionale” conterrebbe dei profili di criticità.

Lo scrivente ha evidenziato, in proposito, oltre alla necessità del rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell’Ue, anche “il grave effetto prodotto dall'impossibilità di disporre il congelamento e la confisca dei beni e dei proventi a seguito di condanna per questi reati”.

Da qui, il sollecito del Capo dello Stato affinché venga assicurata “una stabile conformazione dell'ordinamento interno agli obblighi comunitari, attraverso il ripristino, anche a fini di certezza del diritto, delle modifiche che sono state introdotte dal citato Decreto legislativo n. 202/2016.

In questo contesto, Mattarella rimette alla responsabilità del Governo “l'individuazione, in tempi necessariamente brevi, dei modi e delle forme di un idoneo intervento normativo nel senso indicato."

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