Il Consiglio dei ministri, al termine di una riunione durata sette ore, ha approvato ieri il pacchetto sulle liberalizzazioni: un decreto legge che contiene le norme per accelerare lo start up di imprese, rendere più trasparente i mutui prima casa, cancellare i contratti Tav, istituire la targa personale per i veicoli; è un disegno di legge con le norme che hanno bisogno di maggiore concertazione come quelle sulla vendita di benzina e giornali.
E’ nella stessa seduta di ieri, che il Governo ha disposto il recepimento, anche se solo parziale, della direttiva 2003/51/Ce, con l’obiettivo di garantire parità di condizioni tra società “Ias conformi” e quelle ancorate alla disciplina nazionale. La materia si arricchisce, dunque, di informazioni sui principali rischi e incertezze cui la società è esposta, corredata da indicatori finanziari e non, e di vincoli più stringenti per la revisione nelle Pmi. Si ampliano così le informazioni contenute nella relazione sulla gestione e si disciplina più compiutamente il contenuto di quella di revisione. Viene eliminato l’obbligo di escludere dal consolidamento le imprese con attività del tutto diversa da quella delle altre realtà del gruppo e, infine, si estende alle compagnie assicurative la disciplina del fair value. Il provvedimento, recepisce la direttiva Ce 51/03 per la sola parte obbligatoria e per i soli bilanci relativi agli esercizi che hanno inizio dalla data successiva alla sua entrata in vigore.
Il Consiglio dei ministri di ieri ha, inoltre, approvato, in sede preliminare, il disegno di legge per il recepimento di circa 20 Direttive Ue e, per la prima volta, di quattro decisioni “Gai”. La “Comunitaria muove così i primi passi verso l’approvazione. Il disegno di legge prevede infatti una consistente riduzione del termine per l’esercizio della delega da parte del Governo, che dovrà coincidere con la scadenza per il recepimento delle direttive. Per quelle il cui termine sia già scaduto o scada nei tre mesi successivi alla data di entrata in vigore della legge comunitaria, il Governo è tenuto ad adottare i decreti legislativi entro 90 giorni.
Anche le misure per la sicurezza negli appalti non saranno operative da subito. Il Consiglio dei ministri, nella tarda serata di ieri, ha deciso di spostare dal primo al secondo decreto correttivo del Codice degli appalti le disposizioni che aprivano la strada a un rafforzamento delle tutele dei lavoratori, da attuare con il regolamento del Codice.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".