Revisione sistema sanzionatorio, chiesto il carattere permanente delle disposizioni

Pubblicato il 08 luglio 2015

Arriva da imprese, professionisti ed esperti di diritto tributario la prima dura critica allo schema di decreto legislativo di riforma del sistema sanzionatorio, attualmente all'esame parlamentare.

Di favore contrario alla norma, anche i servizi studi di Camera e Senato e, tra alcuni nomi illustri, Gianni Marongiu, promotore della Legge n. 212/2000 (Statuto del contribuente).

Sotto accusa soprattutto la durata temporale delle disposizioni previste dalla riforma delle sanzioni: la limitazione temporale delle disposizioni per soli due anni (2016-2018), rischia infatti di comportare l’impossibilità di applicare le disposizioni più favorevoli al contribuente per il passato non solo sul piano amministrativo, ma soprattutto su quello penale.

Dunque, in pericolo sarebbe l'applicabilità del principio del favor rei, ossia il principio che consentirebbe di far retroagire le disposizioni più favorevoli per i contribuenti anche sulle violazioni commesse precedentemente, ad esclusione delle situazioni definitive.

Il tutto secondo le motivazioni del legislatore per pure esigenze di cassa. Ma proprio queste motivazioni non convincono, per esempio lo stesso Marongiu, che ha affermato che: “le esigenze di gettito non possono essere la guida del legislatore, che deve seguire i principi della Costituzione, altrimenti l’ordinamento tributario diventa una roulette. Nell’ipotesi che una disciplina non fosse prorogata, varrebbe la precedente e non si potrebbe applicare il favor rei”. A ciò si deve aggiungere, poi, il fatto che potrebbero sorgere problemi sul pieno rispetto, infatti “sotto il principio della ragionevolezza e dell’uguaglianza: il legislatore non può disciplinare a tempo perché è come introdurre irragionevoli sperequazioni e tutto diventa assolutamente casuale”.

Anche da parte di Confindustria si richiede una delega che abbia un carattere permanente, perchè la validità temporale delle norme farebbe venire meno uno dei punti forti dell’intera riforma fiscale, quale è appunto la certezza del diritto.

Basti pensare poi che l'obiettivo primario della legge di delega fiscale era quello di rendere più equo, semplice e trasparente il fisco italiano; ma in questo modo, applicando una riforma sperimentale per soli due anni si rischia di complicare ancora di più un sistema fiscale già fortemente in difficoltà.

Esame parlamentare dei decreti attuativi della delega fiscale

Intanto prende il via l'iter parlamentare dei 5 decreti legislativi di attuazione della delega fiscale, approvati il 26 giugno 2015.

In Commissione finanze della Camera è iniziato l'esame dei due decreti sulle agenzie fiscali e su evasione ed erosione, a cui seguirà fin da subito l'esame del decreto sulla riscossione; mentre, dai prossimi giorni, sarà la volta del decreto su sanzioni, contenzioso e interpello.

I pareri dovranno susseguirsi in tempi brevissimi, dato che le Commissioni hanno tempo per esprimersi fino al 27 luglio 2015, e di sicuro il percorso non sarà privo di ostacoli.

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