Reverse charge alla grande distribuzione, l'Ue deve ancora valutare

Pubblicato il 14 marzo 2015 Vanessa Mock, portavoce per la fiscalità della Commissione europea, sconfessa il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che sui rilievi di Confindustria (sfociati in una denuncia ufficiale alla Commissione europea), in merito al reverse charge esteso alla grande distribuzione – Gdo – aveva affermato che la misura di fatto ha già ottenuto il via libera europeo, in quanto ricompresa tra le misure della legge di Stabilità approvate da Bruxelles.

Dunque, l'Ue smentisce la dichiarazione, poiché – spiega la portavoce europea - non ha approvato ancora la richiesta italiana di estensione ad alcuni settori il meccanismo dell'inversione contabile contenuta nella legge di Stabilità.

La richiesta sarà oggetto di una valutazione che richiederà fino a 8 mesi. Stessa sorte è riservata alla richiesta separata di introdurre la scissione dei pagamenti, split payment, per gli enti pubblici.

Intanto, sul reverse charge arriva una sentenza della Cassazione, la n. 5072 del 13 marzo 2015, che attribuisce alle violazioni nell'inversione contabile la sola natura formale, poiché non comportano alcun danno erariale, che non può far perdere al contribuente il diritto alla detrazione.

Pertanto, se l’Amministrazione non ha nulla da eccepire sulla detraibilità dell’imposta, la pretesa dell’Iva è illegittima.

Nel caso di specie l'accertato non aveva correttamente annotato nei registri Iva le fatture ricevute per operazioni intracomunitarie, poiché non erano state registrate con l’integrazione dell’imposta in quello degli acquisti e non era stata emessa autofattura.
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