Rete Imprese Italia e Confartigianato, Reddito di Cittadinanza da rivedere

Pubblicato il 05 marzo 2019

Rafforzare il meccanismo delle condizioni per ottenere il Reddito di Cittadinanza e rimuovere le rigidità previste per le assunzioni agevolate dei percettori del sostegno economico. Sono questi i due punti fondamentali sui cui Rete Imprese Italia e Confartigianato sono stati sentiti presso le commissioni riunite Lavoro e Affari Sociali di Montecitorio.

A suonare l’allarme è il direttore dell’Area Lavoro, welfare e capitale umano di Confindustria, Pierangelo Albini, il quale ritiene che il Reddito di Cittadinanza “proprio per l’eterogeneità dei fini perseguiti, non appare idoneo a favorire un reale incontro tra domanda e offerta. Le difficoltà del collocamento pubblico non saranno superate, anzi, temo che si aggraveranno. Avremo modo di evidenziarlo nella nota che Confindustria invierà alle commissioni della Camera”.

Rete Imprese Italia e Confartigianato, incentivi per assunzione di portatori di RdC

Si ricorda che l’art. 8 del D.L. n. 4/2019 prevede un esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro e del lavoratore (con esclusione dei premi e contributi dovuti all'INAIL), in caso di assunzione a tempo pieno e indeterminato di soggetti iscritti alle liste dei percettori del RdC. Il datore di lavoro, contestualmente all'assunzione del beneficiario di RdC dovrà anche stipulare presso il centro per l'impiego (ove necessario) un patto di formazione, con il quale garantisce al beneficiario un percorso formativo o di riqualificazione professionale.

L’importo dell’esonero contributivo sarà stabilito in base all’importo del Reddito di Cittadinanza percepito dal lavoratore all’atto dell’assunzione e ferma restando l'aliquota di computo delle prestazioni previdenziali.

Quanto alla durata, invece, il c.d. “Decretone” prevede la possibilità di goderne per un periodo pari alla differenza tra 18 mensilità e quello già goduto dal beneficiario stesso e, comunque, non inferiore a 5 mensilità. Laddove il datore di lavoro decida di assumere un soggetto che gode del rinnovo del RdC (perché il RdC può comunque essere rinnovato, previa sospensione di un mese) l'esonero è concesso invece nella misura fissa di 5 mensilità.

Rete Imprese Italia e Confartigianato, i nodi da sciogliere

Tuttavia, come sottolineato da Rete Imprese Italia e Confartigianato, esistono troppi vincoli ai fini della corretta fruizione del suddetto esonero contributivo. Infatti, il datore di lavoro rischia di perdere il beneficio dello sgravio contributivo se licenzia il lavoratore assunto con l’incentivo. In tal caso, non solo si avrà la decadenza dal beneficio, ma anche l’obbligo di restituzione dell'incentivo fruito maggiorato delle sanzioni civili di cui all'articolo 116, comma 8, lettera a), della legge 23 dicembre 2000, n. 388.

Chiaramente l’importo dell’esonero contributivo non andrà restituito quando il licenziamento del soggetto avviene per: giusta causa o giustificato motivo.

Tra gli altri paletti, che rendono la misura poco fruibile, è possibile citare:

Confagricoltura, offerta congrua di lavoro

Altro tema, sollevato sempre ieri in audizione, riguarda l’offerta congrua di lavoro. Sul punto, Confagricoltura critica il requisito degli 858 euro minimi per poter definire un’offerta di lavoro congrua, e quindi non rifiutabile. Secondo l’esponente di Confartigianato, Roberto Caponi, una simile previsione mette in fuori gioco il lavoro part-time e stagionale.

CGIL, CISL, UIL, assunzione “navigator”

A rincarare la dose di critiche al Reddito di Cittadinanza, si sono aggiunti anche i sindacati, ossia la CGIL, CISL e UIL, che evidenziano come l’assunzione dei circa 6.000 “navigator” – ossia i coach che dovrebbero affiancare i percettori del RdC a reinserirsi nel mondo del lavoro - impattano negativamente sulla buona riuscita dei percorsi di accompagnamento verso l’occupazione.

I sindacati, infine, definiscono “inaccettabile” l’emendamento approvato sul requisito di residenza degli stranieri provenienti da Paesi extraUE, ossia l’obbligo per questi ultimi di farsi rilasciare dall’Autorità nazionale di provenienza un certificato che attesti la composizione del nucleo familiare.

 

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