Responsabilità per aggiotaggio a carico della Unipol. Anche se il reato è prescritto sono salvi gli effetti civili

Pubblicato il 30 gennaio 2013 Con la sentenza n. 4324 depositata il 29 gennaio 2013, la Corte di cassazione ha confermato, ai soli fini civili, la decisione con cui i giudici di merito avevano ritenuto responsabili per aggiotaggio alcuni ex amministratori di Unipol e del gruppo stesso ai sensi del decreto legislativo n. 231/01 sulla responsabilità amministrativa dell'ente. Nonostante in sede penale il relativo reato si fosse prescritto, agli effetti civili la responsabilità delle persone e del gruppo coinvolti andava riconfermata.

Secondo i giudici di legittimità, in particolare, “ai finì di detta responsabilità è sufficiente che il soggetto autore del reato abbia agito per un interesse non esclusivamente proprio o di terzi, ma anche per un interesse riconducibile alla società della quale lo stesso è esponente”. E questo titolo di responsabilità, nella specie, era individuabile anche all'interno del gruppo societario.

La vicenda esaminata riguardava un’operazione di rastrellamento di azioni privilegiate posto in essere nel 2003 e finalizzato al conseguimento di un profitto illecito per 409mila euro.
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