Reati contro la p.a.: pene più alte se commessi nell'esercizio di attività giudiziaria

Pubblicato il 25 maggio 2017

Il Senato ha approvato all'unanimità, il 24 maggio 2017, il disegno di legge n. 2291 concernente l’inasprimento di pene nei reati contro la pubblica amministrazione in riferimento all’attività giudiziaria – modifiche agli artt. 317, 319 ter, 346 e 346 bis del codice penale - in particolare, se commessi da avvocati o magistrati. Il testo passa ora all'esame della Camera.

Concussione, corruzione in atti giudiziari

Nel dettaglio, nel reato di concussione ex art. 317 c.p. è previsto un aumento della pena fino alla metà, nel caso in cui i fatti siano commessi in relazione all'esercizio di attività giurisdizionali. Ed ancora, per quanto concerne la corruzione in atti giudiziari ex art. 319 ter c.p., è prevista un’ulteriore aggravante (sino alla metà delle pene di cui al primo e secondo comma) se i fatti corruttivi siano commessi da un avvocato in relazione all'esercizio dell’attività forense.

Millantato credito, traffico di influenze illecite

Viene inoltre inserito un ulteriore comma all'art. 346 c.p. circa il reato di millantato credito, in cui è contemplata una nuova circostanza aggravante per la quale le pene previste nel primo e secondo comma sono aumentate fino alla metà, se i fatti previsti siano commessi in relazione all'esercizio di attività giurisdizionale. Stretta infine anche nel reato di traffico di influenze illecite, per il quale si contempla un aumento di pena fino alla metà, anche qui, laddove le condotte illecite siano commesse nell'esercizio di attività giudiziaria.

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