Alcune componenti del Notariato hanno sollevato riserve sulla riforma che ha abolito il libro soci, introducendo il nuovo sistema dettato dall’articolo 12 quarter della legge 2/2009, tanto da proporre di mantenere in modo facoltativo il libro. Con una risposta scritta ad un’interrogazione in Commissione Giustizia del 27 maggio scorso, il sottosegretario per la Giustizia Caliendo analizza il nuovo sistema: la semplificazione è difesa dal Governo che la ritiene “esigenza irrinunciabile dell’economia” fondata sul valore della trasparenza del mercato.
La riforma interviene sulle scelte fatte con la legge 310/1993 - legge Mancino - assegnando l’opponibilità nei confronti della società già al momento del deposito dell’atto di trasferimento presso l’ufficio del Registro delle Imprese. Si ricorda che il sistema Mancino prevedeva l’opponibilità nei confronti della società solo dopo l’iscrizione nel libro, segreta fino al deposito dell’elenco soci con l’approvazione del bilancio d’esercizio.
Dunque, con un Registro imprese immediatamente accessibile online e l’abolizione del libro soci, il Legislatore elimina il paradosso che vedeva l’opponibilità ai terzi in un momento anteriore rispetto al pieno esercizio dei diritti sociali che l’acquirente otteneva solo nella terza e ultima fase. L’individuazione per l’opponibilità del momento del deposito è ritenuta sufficiente a garantire le esigenze di pubblicità della società.
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