Professional day, all’indomani dell’evento

Pubblicato il 20 febbraio 2013 Si è tenuta all'Auditorium della Conciliazione di Roma la seconda edizione del Professional day, organizzato da Cup, Pat e Adepp. In prossimità delle elezioni lo scambio di idee con i politici ha visto i professionisti avanzare proposte precise.

Da Marina Calderone, presidente del Cup e del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, l’analisi delle riforme del Governo Monti: “Con la manovra previdenziale i padri e le madri devono stare in azienda dieci anni in più e i figli, senza la leva di sostituzione, non riescono a entrare. Occorre dunque creare nuove occasioni di lavoro, con la riduzione del cuneo fiscale”. A tale scopo potrebbe essere pensato l’utilizzo del tesoretto Inail, circa 26 miliardi.

Le altre proposte riguardano le riforme per la crescita sostenibile dell'Italia e l’eliminazione della doppia tassazione per la cassa di previdenza dei professionisti.

Tra le promesse dei politici quella di non procedere con altre liberalizzazioni nell’ambito ordinistico.

Per Cesare Damiano (Pd) si dovrebbe abbassare il premio Inail per le imprese virtuose e utilizzare il tesoretto per ridurre il cuneo fiscale, tuttavia richiama l’ostacolo della legge Tremonti, per cui la dote Inail va tutta a diminuzione del debito.

Radicale il messaggio di Maurizio Sacconi (Pdl) che vorrebbe “cancellare la riforma Fornero perché non ha funzionato. La legge ha evocato attività ispettiva per tutte le forme di lavoro non a tempo indeterminato; il risultato è stato che nessuno ha più assunto”. Dal Pdl la proposta del taglio al contributo Inail in relazione all'andamento degli infortuni e agevolazioni ai giovani per cinque anni, anche attraverso l'apprendistato.

Invece Monti, che dice di non essere mai stato un "iperliberista", dichiara che la riforma ha valorizzato gli Ordini e in futuro si potrebbe lavorare per implementare il tirocinio durante il corso universitario.

Infine, dalla platea del Professional day la precisazione di avvocati, notai, geometri, ingegneri, agronomi, consulenti del lavoro: la categoria non è una lobby che frena lo sviluppo del Paese. Le richieste alla politica sono quelle di abbattimento della burocrazia, di attenzione al problema del credito e di una maggior trasparenza nella pubblica amministrazione.
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