Privacy, dossier illeciti sotto tiro

Pubblicato il 02 gennaio 2009

Il decreto legge 30 dicembre 2008 n. 207 è stato pubblicato nella “Gazzetta Ufficiale” n. 304 di mercoledì 31 dicembre 2008. Con esso sono stati confermati gran parte dei rinvii annunciati nelle scorse settimane, fatta eccezione per alcune sorprese dell’ultimo momento. Il decreto, comunemente chiamato “milleproroghe” ha fissato il calendario per ciò che riguarda la Sicurezza sul lavoro: i datori di lavoro avranno tempo fino al 16 maggio 2009 per valutare lo stress lavoro-correlato e per assicurare una “data certa” al documento di valutazione dei rischi che ora dovrà essere predisposto secondo i parametri del decreto legislativo 81/08. Alla stessa data slitta il termine per la comunicazione obbligatoria degli infortuni sul lavoro di durata superiore ad un giorno e il divieto di visite mediche preassuntive.

Per quanto riguarda l’azione collettiva risarcitoria (class action) essa potrà essere promossa non prima del 30 giugno 2009. Il rinvio è stato predisposto al fine di consentire la redazione di un testo definitivo di modifica dell’articolo 140-bis del Codice del consumo e per permettere agli uffici giudiziari di utilizzare il tempo mancante per l’organizzazione e la gestione del futuro contenzioso. Il fondo per i consumatori nel quale rientrano le somme derivanti dalle sanzioni Antitrust e dirette in parte a finanziare la cosiddetta social card resterà nel 2009 nella disponibilità del ministero dello Sviluppo economico.

Con il decreto 207/08 sono state riviste anche le sanzioni a tutela della privacy. L’intervento normativo di urgenza si rende necessario per fronteggiare fatti criminosi di acquisizione e diffusione illecita di dati personali, che si sono verificati soprattutto ad opera delle grandi banche dati illegali oltre che i fenomeni connessi di “dossieraggio”. Il milleproroghe inserisce nel “Codice in materia di protezione dei dati personali” pene inasprite con sanzioni che possono arrivare fino a 120mila euro, mentre in caso di inosservanza di prescrizioni o di divieti si può arrivare a pagare somme fino a 180mila euro. In ambito penale, infine, se vengono violate le misure minime di sicurezza non sarà più possibile evitare l’arresto fino a due anni sostituendolo con un’ammenda fino a 50mila euro.

La versione finale del Dl mille proroghe passa ora all’esame del Parlamento per la conversione in legge. I 44 articoli che compongono il provvedimento sono, come al solito, variegati e riguardano oltre alle proroghe fiscali, alcuni temi relativi alla Pubblica amministrazione ma anche titoli pubblici e cinque per mille.

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