Prevenzione atti illegali: nuove regole di condotta per gli esercizi pubblici

Pubblicato il 28 gennaio 2025

E' stato pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale del 25 gennaio 2025, il decreto del Ministero dell'Interno datato 21 gennaio 2025, di adozione delle linee guida per la prevenzione degli atti illegali e di situazioni di pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica all'interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici.  

Il provvedimento è stato messo a punto in attuazione dell'articolo 21-bis del Decreto legge n. 113/2018, volto a favorire una collaborazione attiva tra le autorità pubbliche e i gestori degli esercizi.

Sicurezza negli esercizi pubblici: le linee guida ministeriali

Finalità e ambito di applicazione  

Gli esercizi pubblici interessati includono un’ampia varietà di attività economiche, come ristoranti, bar, stabilimenti balneari, strutture ricettive e locali di intrattenimento.

L’adesione a tali misure avviene attraverso accordi provinciali sottoscritti dai prefetti con le associazioni di categoria rappresentative, che vengono poi estesi ai singoli esercenti interessati.

Le linee guida riconoscono i benefici reputazionali e operativi derivanti dall’adesione a questi accordi.

I gestori che rispettano le disposizioni, infatti, potranno infatti accedere a meccanismi premiali e a una maggiore protezione rispetto all'applicazione di provvedimenti restrittivi da parte delle autorità.

Misure preventive e comportamenti richiesti  

Le linee guida delineano un insieme di misure preventive che i gestori degli esercizi pubblici sono tenuti ad adottare.

Tra queste, l’installazione di sistemi di videosorveglianza è considerata centrale per scoraggiare atti illegali e facilitare l’identificazione di eventuali responsabili. È prevista anche la manutenzione costante degli impianti e il rispetto delle normative in materia di privacy.

Altre misure fondamentali includono il miglioramento dell’illuminazione delle aree interne ed esterne e l’introduzione di un codice di condotta per gli avventori. Tale codice regola i comportamenti accettabili all’interno e nei pressi del locale, vietando ad esempio l’introduzione di armi, droghe o alcolici non autorizzati.

Particolare attenzione è rivolta alla tutela dei minori, con l’obbligo di rispettare i divieti relativi alla somministrazione di bevande alcoliche e all’accesso a dispositivi di intrattenimento.

Un'ulteriore misura per i gestori è la segnalazione tempestiva alle Forze di polizia di situazioni di illegalità o di potenziale pericolo per l’ordine pubblico.

I locali devono inoltre nominare un referente per la sicurezza, incaricato di mantenere un flusso informativo costante con le autorità.

Incentivi per gli esercenti virtuosi  

Il decreto, come anticipato, prevede un sistema di incentivi per i gestori che rispettano pienamente gli accordi sottoscritti.

Gli esercenti "virtuosi" potranno beneficiare di una riduzione del rischio di provvedimenti restrittivi, come la sospensione della licenza.

Le autorità terranno conto, ad esempio, della presenza di sistemi di videosorveglianza, del rispetto delle norme sulla somministrazione di alcolici e dell’efficacia delle misure di prevenzione adottate.

L’approccio si basa sul principio di proporzionalità, che garantisce che eventuali provvedimenti limitativi vengano adottati solo se strettamente necessari per tutelare la sicurezza pubblica.

Il ruolo delle associazioni di categoria  

In tale contesto, le associazioni di categoria sono chiamate a sensibilizzare e formare i gestori attraverso campagne informative e corsi di formazione. Il fine è quello di promuovere una cultura della sicurezza e a professionalizzare il personale impiegato, in particolare quello addetto alla somministrazione di bevande alcoliche.

In collaborazione con le istituzioni, le associazioni potranno organizzare convegni e altre attività per favorire una maggiore consapevolezza tra gestori e clientela, specialmente nelle fasce più vulnerabili della popolazione.

Monitoraggio e valutazione  

Il monitoraggio dell’attuazione delle misure è affidato alle Prefetture, che annualmente trasmettono una relazione al Ministero dell’Interno e al Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

Tali rapporti consentono una valutazione costante dell’efficacia delle disposizioni e l’individuazione di eventuali aggiornamenti necessari.

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