E’ previsto per oggi, 9 gennaio, un vertice delle forze di maggioranza sulla prescrizione penale.
Spetterà al Premier, Giuseppe Conte, tentare la strada della mediazione tra le diverse posizioni.
Da un lato, il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, e il M5S, che rivendicano e si dicono soddisfatti della recente riforma (entrata in vigore, si rammenta, dal 1° gennaio 2020) e, dall’altro, PD e Italia Viva che insistono sulla necessità di introdurre disposizioni per garantire che i processi penali abbiano tempi certi.
Nel frattempo, il Consiglio Nazionale Forense, a mezzo del proprio presidente, Andrea Mascherin, ha firmato un editoriale che affronta la tematica della prescrizione, editoriale pubblicato sul quotidiano “Il Dubbio” di ieri, 8 gennaio 2020.
Nell’articolato, viene in primo luogo sottolineata la necessità che gli argomenti “tecnici” vengano affrontati in maniera tecnica; inoltre, si precisa che non esistono sistemi processuali perfetti in grado di evitare comunque il verificarsi di patologie.
Secondo Mascherin, la questione della durata dei processi penali, ma anche civili, amministrativi e tributari, sarebbe “facilmente risolvibile” attraverso investimenti importanti negli organici di magistrati e di personale amministrativo, in mezzi, in edilizia giudiziaria.
Sarebbero pochi i ritocchi processuali da operare, e, ad esempio, nel settore penale, “l’istituto della prescrizione sarebbe meno rilevante a fronte di un processo garantito e di regola dalla durata ragionevole”.
Il problema principale è quindi quello di condividere l’obiettivo di un sistema sociale “che garantisca il rispetto di tutti, con i limiti di ogni sistema, e che dia centralità alla dignità della persona”.
Ciò che va evitato, in questo contesto, è che “strumenti fondanti lo Stato di diritto, come la giurisdizione, diventino mezzi di propaganda politica, di scelte basate sui sondaggi, di scontro tra tifoserie”.
Sul fronte della prescrizione si ricorda che l’Avvocatura - Camere penali e OCF in primis - sta mettendo a punto nuove iniziative per contrastare la riforma a firma Bonafede, tra le quali anche un referendum abrogativo volto alla rimozione delle nuove disposizioni.
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