Gli avvocati penalisti hanno indetto un prossimo sciopero in vista dell’ormai imminente abolizione della prescrizione nonché in considerazione della mancata riforma del processo penale.
Le motivazioni dell’iniziativa sono spiegate nella delibera della Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane del 30 settembre 2019, con cui è stata proclamata l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale.
Lo sciopero si terrà nei giorni dal 21 al 25 ottobre 2019.
Le Camere penali ricordano come sia ormai prossima l’entrata in vigore della norma, contenuta nella cosiddetta Legge “anticorruzione” (n. 3/2019), che, di fatto, abroga la prescrizione del reato dopo la pronunzia della sentenza resa dal giudice del primo grado.
Si rammenta, infatti, che le misure contenute in questa legge, in materia di prescrizione penale, diverranno operative dal 1° gennaio 2020.
L’intervento riguarda, in primo luogo, la decorrenza del termine della prescrizione, sancendo che il medesimo decorra, per il reato consumato, dal giorno della consumazione, mentre per quello tentato, dal giorno in cui è cessata l’attività del colpevole e, infine, per il reato permanente o continuato, dal giorno in cui è cessata la permanenza o la continuazione.
A seguire, si prevede – ed è questa la misura principalmente avversata dagli avvocati penalisti e, in generale, dalla gran parte dei giuristi – che il corso della prescrizione rimanga sospeso dalla pronuncia della sentenza di primo grado o del decreto di condanna fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio o dell’irrevocabilità del decreto di condanna.
Orbene, i penalisti sottolineano la posizione anche da ultimo assunta dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il quale ha pubblicamente dichiarato che non è previsto nessun intervento in merito alla citata norma.
Il Partito Democratico, dal canto suo, avrebbe formulato, sulla questione, “riserve assai blande, indeterminate nei contenuti e non di rado contraddittorie”.
L’UCPI ha anche evidenziato come sia del tutto inverosimile il proposito, avanzato dal Guardasigilli, di un intervento di riforma dei tempi del processo penale prima della entrata in vigore della riforma della prescrizione, ossia entro il 31 dicembre 2019.
Secondo gli avvocati penalisti, in definitiva, “Il cittadino resterà dunque in balia della giustizia penale per un tempo indefinito, cioè fino a quando lo Stato non sarà in grado di celebrare definitivamente il processo che lo riguarda, come denunciato dai penalisti con l’intera comunità dei giuristi italiani”.
L’entrata a regime di un simile principio, definito “aberrante”, porterebbe ad un disastroso allungamento dei tempi dei processi, “giacché verrebbe a mancare la sola ragione che oggi ne sollecita la celebrazione”.
Da qui l’indizione dell’astensione.
Fin dall’inizio, si ricorda, l’Unione delle Camere Penali si è fermamente opposta a questo preciso intervento, tanto che ha rivolto anche di recente una missiva a tutti i Parlamentari, Deputati e Senatori, per riportare in primo piano il dibattito sulla questione.
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