Prescrizione: audizione CNF, maratona oratoria Ucpi

Pubblicato il 23 novembre 2019

Il Presidente del CNF, Andrea Mascherin, è stato ascoltato, il 20 novembre, presso la commissione Giustizia alla Camera, in tema di prescrizione.

Questo, nell'ambito dell'esame della proposta di legge dell’opposizione che mira alla cancellazione della nuova disciplina della prescrizione, ossia della bozza di legge “Costa e altri” recante modifiche alla legge n. 3/2019, in materia di prescrizione del reato, su cui lo stesso giorno - si ricorda - era stato anche sentito il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, nel corso di un question time alla Camera.

Mascherin (CNF) in Commissione Giustizia

Nel suo intervento, il rappresentante del Consiglio Nazionale Forense ha dapprima risposto al sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Verona, Valeria Ardito, precedentemente ascoltata nella medesima audizione informale della Commissione.

Il magistrato, nell’affermare che abolire la prescrizione dopo il primo grado favorirebbe un’accelerazione della macchina penale, aveva evidenziato che spesso, a suo dire, “l’impugnazione viene proposta al solo fine di raggiungere la prescrizione, com’è desumibile dalla forma stessa in cui viene redatta, condensata in poche generiche righe”.

Mascherin, nella sua replica, ha ricordato come il 70 % delle prescrizioni avvenga durante le indagini preliminari, quando “siete solo voi” pm e gli avvocati non c’entrano nulla; per la residua percentuale – ha continuato il presidente del CNF - la prescrizione avviene in sede di dibattimento, per lo più a seguito del cambio dei collegi o per vizi di notifica o per rinvii dei testimoni, mentre i rinvii chiesti dagli avvocati non incidono affatto sulla prescrizione.

Inoltre, non sarebbe assolutamente corretto parlare di impugnazioni dilatorie, posto che, nella considerazione delle statistiche nazionali, il 48 % delle sentenze viene riformato in secondo grado e che, dal punto di vista del cittadino, non interessa solo se una condanna venga ribaltata in assoluzione, facendo infatti un’enorme differenza anche se la pena detentiva viene ridotta o se si riduce a una multa.

Il rappresentante del CNF ha quindi ricordato il principio secondo cui un processo è giusto se ha una ragionevole durata. Nessuno - ha sottolineato - si può augurare un processo abbia una durata indeterminata o infinita.

Da qui la funzione della prescrizione, ossia quella di evitare che un cittadino rimanga soggetto a processo per un tempo indeterminato.

Ebbene, secondo Mascherin, è proprio con la riforma della prescrizione a firma Bonafede che, senza un preventivo e auspicato intervento sulla durata, si rischia che il processo diventi infinito.

Una riforma che - ha peraltro sottolineato - interviene senza che si sia ancora avuto modo di verificare gli effetti della recente riforma Orlando, con cui sono stati anche innalzati "i termini prescrizionali di alcuni reati a 30 o 40 anni”.

Ciò posto, il rappresentante del CNF ha espresso contrarietà rispetto alla soluzione proposta dal ministro Bonafede. Si tratta – ha spiegato Mascherin – di una contrarietà condizionata, “in mancanza della controprova che il processo effettivamente durerà di meno”.

Avvocati penalisti: maratona oratoria durante lo sciopero

Sempre sul fronte della prescrizione, si ricorda che la prossima settimana, dal 2 al 6 dicembre 2019, si terrà lo sciopero indetto dall’Unione delle Camere penali.

In occasione di questa astensione, gli avvocati hanno organizzato una “Maratona oratoria per la verità sulla prescrizione”: ogni giorno del periodo di sciopero, da lunedì 2 a sabato 7 dicembre, dalle ore 9 alle ore 20, centinaia di penalisti italiani saranno a Roma, in Piazza Cavour, “per raccontare all’opinione pubblica la verità sulle cause della durata irragionevole dei processi e su come diventeremo tutti ostaggi a vita dello Stato con l’abolizione della prescrizione”.

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