Con la risposta n. 154 del 15 luglio 2024 l’Agenzia delle entrate interviene a chiarire alcuni aspetti inerenti la conversione dei premi di risultato in contributi alla previdenza complementare, con particolare riferimento all’obbligo di comunicazione al fondo pensione.
Chi deve adempiere a tale formalità?
Vediamo la questione nel dettaglio.
La legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di Stabilità 2016), ha introdotto diverse misure fiscali volte a incentivare la produttività e la previdenza complementare, permettendo di convertire i premi di risultato in contributi alle forme pensionistiche complementari.
Obiettivo principale di questa disposizione è di promuovere il risparmio pensionistico integrativo, offrendo benefici fiscali sia per i datori di lavoro che per i dipendenti.
Il comma 182 prevede infatti l'applicazione di un'imposta sostitutiva dell'Irpef, e delle relative addizionali, sui premi di risultato legati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione, mentre il comma 184 offre ai dipendenti un'ulteriore opzione: la possibilità di scegliere se ricevere il premio di risultato in denaro o convertirlo in natura, includendo i contributi pensionistici complementari.
In particolare, le somme e i valori di cui al comma 182, se convertiti in contributi alle forme pensionistiche complementari, non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente, né sono soggetti all'imposta sostitutiva prevista dallo stesso comma.
Interventi normativi successivi
Il comma 184-bis, introdotto dalla legge di Bilancio 2017 (legge 11 dicembre 2016, n. 232), stabilisce che i contributi versati alle forme pensionistiche complementari, in sostituzione del premio di risultato non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente anche se superano i limiti di deducibilità previsti dall'articolo 8 del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252.
Le modifiche apportate dalla legge di Bilancio 2017 specificano che i contributi pensionistici eccedenti i limiti di deducibilità, se versati in sostituzione del premio di risultato, non concorrono alla formazione del reddito imponibile e non influenzano la tassazione delle prestazioni pensionistiche complementari.
Nello specifico, i contributi che superano il limite annuale di deducibilità di 5.164,57 euro possono essere esclusi dal reddito complessivo del lavoratore, fino a un massimo di 8.164,57 euro, combinando il limite di deducibilità ordinario con quello previsto per i lavoratori di prima occupazione.
Il fondo pensione istante ha presentato un interpello all'Agenzia delle Entrate riguardante la conversione dei premi di risultato in contributi alle forme pensionistiche complementari.
Nello specifico, l'istante chiede se i dipendenti che optano per tale conversione siano esonerati dall'obbligo di comunicazione dei contributi versati al fondo pensione, alla luce delle disposizioni contenute nella risoluzione n. 55 del 2020.
Tale risoluzione prevede infatti che, in caso di utilizzo del credito welfare di un piano aziendale come contribuzione aggiuntiva ad un fondo pensione, non sia necessaria alcuna comunicazione da parte del dipendente in quanto tale obbligo è adempiuto direttamente dal datore di lavoro.
Il quesito verte dunque sulla possibilità di estendere l'interpretazione della risoluzione n. 55 del 2020 anche ai contributi versati in sostituzione del premio di risultato aziendale.
Il fondo pensione ritiene che, in caso di contributi versati in sostituzione del premio di risultato aziendale, non sussistano ulteriori oneri di comunicazione a carico dei dipendenti; la motivazione principale è che il datore di lavoro, come previsto dalla normativa vigente, è già responsabile della comunicazione dei dati contributivi al Fondo pensione.
In particolare, il datore di lavoro comunica al fondo l'ammontare del premio di risultato destinato al fondo pensione, effettua il versamento diretto e riporta tali informazioni nella Certificazione Unica rilasciata al dipendente.
Come si effettua la comunicazione
Il processo di comunicazione dei contributi pensionistici versati in sostituzione del premio di risultato è gestito dal datore di lavoro e include diverse fasi e dettagli specifici:
Il fondo pensione evidenzia dunque che questa procedura garantisce la piena trasparenza e informazione ai dipendenti riguardo ai contributi versati, adempiendo efficacemente alla funzione informativa richiesta.
Di conseguenza, l'onere di comunicazione da parte dei dipendenti appare superfluo e potenzialmente penalizzante in caso di dimenticanza.
L'Agenzia delle Entrate, analizzando il quesito e la soluzione interpretativa proposta, deve valutare se l'interpretazione della risoluzione n. 55 del 2020 possa effettivamente essere estesa ai contributi pensionistici derivanti dalla conversione dei premi di risultato.
Questa analisi ha incluso una revisione delle circolari n. 5 del 2018 e n. 70 del 2007, che forniscono chiarimenti dettagliati sulle disposizioni legislative applicabili.
La prima circolare ha chiarito che la sostituzione del premio di risultato con contributi alle forme pensionistiche complementari può avvenire in esenzione d'imposta, grazie alle ordinarie regole di determinazione del reddito di lavoro dipendente, poiché tali contributi rientrano nella previsione dell'art. 51, comma 2, lettera h) del Testo Unico delle imposte sui redditi (decreto del Presidente della Repubblica n. 917/1986).
Pertanto, i contributi alla previdenza complementare non concorrono alla formazione del reddito imponibile.
La seconda circolare ha inoltre stabilito che i contributi versati a qualsiasi titolo al fondo di previdenza complementare, per la parte non dedotta, non scontano l'imposizione fiscale al momento della liquidazione della prestazione.
È necessario che il fondo pensione sia dunque informato delle somme che non hanno beneficiato della deduzione, tramite una comunicazione che deve essere resa entro il 31 dicembre dell'anno successivo al versamento o alla data di maturazione della prestazione.
Il datore di lavoro ha perciò la responsabilità di comunicare al fondo pensione l'ammontare del premio di risultato destinato a contributi pensionistici, operazione che include la separazione dei contributi versati in sostituzione del premio di risultato da quelli mensili ordinari e l'inclusione di tali informazioni nella Certificazione Unica rilasciata al dipendente.
In base ai chiarimenti forniti dall'Agenzia delle Entrate con la Risposta n. 154 del 15 luglio 2024, dunque, i dipendenti possono essere esonerati dall'obbligo di comunicazione dei contributi versati in sostituzione del premio di risultato se il datore di lavoro provvede a tutte le comunicazioni necessarie al Fondo pensione, garantendo che i dipendenti non siano penalizzati in caso di dimenticanza.
L'applicazione pratica di queste disposizioni normative richiede una stretta collaborazione tra datori di lavoro e fondi pensione. I datori di lavoro devono garantire la correttezza e la tempestività delle comunicazioni per assicurare che i contributi versati in sostituzione dei premi di risultato siano correttamente contabilizzati e riportati.
Quali sono i benefici fiscali della conversione del premio di risultato in contributi pensionistici?
La conversione del premio di risultato in contributi alle forme pensionistiche complementari permette di escludere tali contributi dalla base imponibile IRPEF. Questo significa che i contributi versati in sostituzione del premio di risultato non sono soggetti a tassazione, anche se superano i limiti di deducibilità ordinari previsti dall'articolo 8 del decreto legislativo n. 252 del 2005. Questo offre un vantaggio fiscale significativo per i lavoratori che scelgono di destinare il premio di risultato alla previdenza complementare.
Il dipendente deve comunicare i contributi versati in sostituzione del premio di risultato al fondo pensione?
No, il dipendente è esonerato dall'obbligo di comunicazione se il datore di lavoro provvede a comunicare direttamente al fondo pensione l'ammontare del premio di risultato destinato a contributi pensionistici. Questa esenzione evita ulteriori oneri amministrativi per i dipendenti, a condizione che il datore di lavoro svolga correttamente tutte le comunicazioni necessarie.
Come vengono riportati i contributi pensionistici nella Certificazione Unica?
Il datore di lavoro include l'ammontare dei contributi versati in sostituzione del premio di risultato nella Certificazione Unica rilasciata al dipendente. Questa informazione è riportata con specifica evidenza, separata dai contributi mensili ordinari, garantendo trasparenza e chiarezza nella comunicazione dei dati contributivi.
Cosa succede se i contributi versati superano il limite di deducibilità annuale?
Se i contributi versati in sostituzione del premio di risultato superano il limite di deducibilità annuale di 5.164,57 euro, essi non concorrono comunque a formare il reddito imponibile del lavoratore. La legge prevede che questi contributi possano essere esclusi dalla base imponibile fino a un massimo di 8.164,57 euro, includendo anche i limiti aggiuntivi previsti per i lavoratori di prima occupazione.
Il datore di lavoro deve seguire una procedura specifica per la comunicazione al fondo pensione?
Sì, il datore di lavoro deve seguire una procedura specifica per la comunicazione al fondo pensione. Questo include la separazione dei contributi versati in sostituzione del premio di risultato dai contributi mensili ordinari, l'utilizzo di un tracciato informatico per la comunicazione e l'inclusione delle informazioni rilevanti nella Certificazione Unica. Questa procedura garantisce che tutte le informazioni necessarie siano correttamente comunicate e registrate.
I contributi non dedotti devono essere comunicati al fondo pensione?
Sì, i contributi versati al fondo pensione che non sono stati dedotti devono essere comunicati al fondo entro il 31 dicembre dell'anno successivo al versamento o entro la data di maturazione della prestazione, se antecedente. Questa comunicazione assicura che il fondo pensione abbia tutte le informazioni necessarie per calcolare correttamente la base imponibile delle prestazioni pensionistiche.
Quali sono le implicazioni pratiche delle disposizioni normative sulla conversione dei premi di risultato?
Le disposizioni normative sulla conversione dei premi di risultato in contributi pensionistici complementari implicano una stretta collaborazione tra datori di lavoro e fondi pensione. I datori di lavoro devono garantire la correttezza e la tempestività delle comunicazioni per assicurare che i contributi siano correttamente contabilizzati e riportati. Questo sistema facilita una gestione più efficiente e trasparente dei contributi pensionistici, riducendo gli oneri amministrativi per i dipendenti e promuovendo il risparmio pensionistico.
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