Preferire il metodo previsionale per far fronte alla crisi di liquidità

Pubblicato il 02 novembre 2009

I contribuenti, imprese e persone fisiche, chiamati alla cassa entro la fine del mese per il versamento della seconda o unica rata d'acconto Irpef, Ires e Irap, relativo all'anno d'imposta 2009, sono portati ad effettuare delicati calcoli di convenienza. La crisi economica porterà probabilmente a chiudere l’esercizio con un minor reddito rispetto all’anno precedente, questa è la principale ragione del voler ridurre l’acconto (purchè il complessivo non sia inferiore a quanto dovuto) senza incorrere in gravi sanzioni. A tal fine, l’applicazione del metodo previsionale, in luogo di quello storico, sembrerebbe la strada da preferire.

Nella determinazione dell’acconto di novembre, la generale crisi di liquidità spinge infatti le imprese all’applicazione del metodo previsionale e a rinviare al futuro l’importo a debito da pagare. Con tale metodologia, la misura degli acconti viene determinata sulla base del reddito 2009, piuttosto che sul valore indicato nell'Unico 2009. Il ricorso al metodo previsionale prevede pure l’effettuazione di una corretta stima del risultato di bilancio e deve tenere in debita considerazione le numerose variazioni in aumento e in diminuzione stabilite dalla normativa fiscale. Si tratta di un rischio per certi versi calcolato, dato che arrivati a novembre, per il contribuente può risultare abbastanza agevole stimare il risultato finale dell’intero esercizio e, di conseguenza, il debito d’imposta. La proroga dei pagamenti sembra, poi, favorita anche da una riduzione delle sanzioni per chi sbaglia il calcolo dell’acconto. Basti pensare che nel caso ci si avvalga del ravvedimento operoso (sanatoria spontanea), la quota dovuta per le violazioni derivanti dal ritardato pagamento risulta, in molti casi, inferiore ai tassi richiesti dalle banche. Non senza ripercussioni per le casse dello Stato. Ma, se in passato una situazione del genere aveva spinto il Governo ad intervenire per indurre i contribuenti a non utilizzare il metodo previsionale, oggi, consapevoli del fatto che il voler ridurre gli acconti di novembre dipende da una situazione di difficoltà finanziaria, nessuna misura in tal senso è ancora stata presa.

Dall’altra parte si pone il metodo storico, che consente di calcolare la somma dovuta facendo riferimento alle risultanze del debito d’imposta indicato nella dichiarazione dell’anno precedente. Tuttavia, non è sufficiente applicare la percentuale dovuta sul debito fiscale 2008 al netto delle detrazioni, dei crediti d’imposta e delle ritenute d’acconto subite. È necessario, invece, tener conto delle specifiche disposizioni normative intervenute nell’ultimo anno, che portano ad una rideterminazione della base imponibile su cui applicare l’imposta utile ai fini del calcolo del metodo storico. Il problema sta nel fatto, che il ricalcolo spesso produce effetti distorti che fanno apparire il metodo storico più complesso di quello previsionale. E’ il caso delle società commerciali, delle società di persone e dei soci delle società “trasparenti”, che possono risultare obbligati ad effettuare il ricalcolo per tener debitamente conto delle agevolazioni per l’efficienza energetica, dei soggetti titolati di reddito d’impresa o autonomo che hanno sostenuto spese per i mezzi di trasporto e dei benefit introdotti in materia di auto.

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