Potrebbe salire al 27% la ritenuta sugli interessi corrisposti dalle coop ai soci

Pubblicato il 14 ottobre 2009

Con un emendamento del senatore del Pdl, Paolo Tancredi, al decreto “salva infrazioni” (il Dl n. 235/2009), che è all'esame della commissione Affari costituzionali del Senato, si propone di equiparare il regime fiscale dei fondi d'investimento italiani a quello dei fondi esteri. A tal fine, la ritenuta a titolo di imposta sugli interessi corrisposti dalle società cooperative e loro consorzi ai propri soci, relativamente ai presiti sociali erogati, potrebbe salire dal 12,5% al 27%.

Già con il Dl 112/2008, la ritenuta fiscale sugli interessi corrisposti dalle cooperative era stata aumentata dal 12,5 al 20%, ma era stata mantenuta una distinzione tra le cooperative rientranti nei limiti previsti dalla direttiva comunitaria per i soggetti che possono essere classificati piccole e micro imprese, ai sensi della raccomandazione 2003/361/CE. Sulla base di questa disposizione, le cooperative assimilate alle piccole imprese potevano applicare l’aliquota del 12,5%. Ora il legislatore non fa più alcuna distinzione: la nuova misura del 27% dovrebbe essere applicata da tutte le società cooperative. Nel caso in cui l’emendamento venisse approvato, la ritenuta al 27% si applicherebbe agli interessi corrisposti a decorrere dall'entrata in vigore del decreto legge salva-infrazioni, cioè dal giorno successivo alla sua pubblicazione in “Gazzetta Ufficiale”.

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