Il MiSE apre alla possibilità che la nuova legge di bilancio preveda l’avvio di un nuovo credito d’imposta triennale in sostituzione del super e iperammortamento.
E’ quanto emerge dalla prima riunione del Tavolo Transizione 4.0, in cui il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha ufficialmente presentato alle imprese la proposta di modifica del piano Impresa 4.0.
Ma nell’incontro - al quale erano presenti Pier Paolo Baretta (Mef) e per le imprese, esponenti di Confindustria, CNA, Confartigianato, Confesercenti, Ance, Assilea, Coldiretti, Confagricoltura, Federmanager, Confapi - si è discusso anche dell'incentivo per la formazione 4.0 e dell’ampliamento del credito d'imposta per ricerca e sviluppo.
In primo piano va sottolineato l’impegno di voler sostituire super e iperammortamento – che va a beneficio di aziende soprattutto medio-grandi – con un nuovo credito d’imposta valido per tre anni – che aumenterebbe la platea dei beneficiari, includendo imprese di dimensioni minori.
Il traguardo potrebbe essere raggiunto già con un emendamento alla legge di Bilancio 2020. Come sempre, l’incertezza deriva dal nodo risorse, al momento disponibile solo per coprire il credito per una annualità.
Vediamo come potrebbe articolarsi la nuova agevolazione.
Il superammortamento sarebbe sostituito da un credito d’imposta del 6% per l’acquisto di beni strumentali fino a un massimo di due milioni di euro. Tale misura si presenta leggermente meno vantaggiosa rispetto al superammortamento, che vale il 7,2% dell’investimento e non ha limiti di utilizzo.
La sostituzione dell’iperammortamento, invece, avverrebbe con un credito d’imposta per l’acquisizione dei beni 4.0, così delineato:
40% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
20% per i beni di valore compreso tra 2,5 e 10 milioni.
Anche in questo caso, il beneficio sarebbe inferiore rispetto al presente: sparirebbe l’agevolazione per gli investimenti che superano i 10 milioni di euro e le due aliquote sono di poco al di sotto delle attuali.
Secondo Patuanelli “il vantaggio di passare a un credito di imposta sarebbe anche nell’anticipazione del momento di fruizione del beneficio, in quanto il bonus è compensabile già a partire da gennaio dell’anno successivo all’investimento”.
Per quanto riguarda il credito d’imposta per i software, si nota l’aumento al 15%, con l’introduzione di limite – 500 mila euro – per gli investimenti agevolati. Attualmente questi investimenti sono coperti da un maxi ammortamento al 140% che vale il 9,6% del costo di acquisizione.
Per tutti i suddetti crediti, il piano del MiSE prevede l’utilizzo in compensazione in cinque anni già a partire dal mese di gennaio dell'anno successivo all'acquisizione del bene. Ciò rappresenta sicuramente un sistema più rapido rispetto all’attuale.
Aggiustamenti rilevanti per il credito d’imposta per ricerca e sviluppo che dovrebbe abbracciare anche gli investimenti in innovazione e design.
Inoltre, il sistema di calcolo attuale, basato sulla spesa incrementale rispetto alla media di un triennio di partenza, diventa metodo “volumetrico” puro, applicandosi a tutti gli investimenti e non solo a quelli che superano la media del triennio di riferimento. Modifiche per le aliquote; l’attuale 25% (anche 50% in alcune ipotesi) viene sostituito da:
12% per le spese in ricerca e sviluppo fino a un massimo di 3 milioni di euro;
6% per le spese in innovazione fino a un massimo di 1,5 milioni di euro;
6% per gli investimenti in design fino a un massimo di 1,5 milioni di euro;
Per dar seguito alla richiesta delle imprese, previsto un restyling per il credito d’imposta per la formazione 4.0. In sostanza, potrebbe essere eliminata la necessità di concordare il piano di formazione con le forze sindacali a livello aziendale o territoriale.
Positive sono state le reazioni dei partecipanti anche se si attende la disciplina su carta, al fine di valutare meglio vantaggi e svantaggi delle nuove misure. Tutti, però, chiedono certezza sulla valenza triennale dei crediti.
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