La procura di Como, con decreto del 13 novembre 2009, ha fatto ricorso al decreto legislativo n. 231/2001 al fine di imputare alle società dei gestori degli impianti di carburante la responsabilità amministrativa per reati previsti dal codice penale. Il caso è quello della truffa sulle carte sconto benzina: ai comuni frontalieri la regione attribuisce un rimborso pari alle riduzioni che i gestori effettuano sul prezzo alla pompa per i residenti. I gestori richiedevano rimborsi per il massimo consentito dal plafond pur se la benzina non era stata interamente erogata.
Il Tribunale comasco ha così emesso una misura di natura cautelare di sequestro preventivo dei beni, somme in denaro, che costituiscono il prezzo del reato non essendo necessario provare la sussistenza degli indizi di colpevolezza e la prova della diretta relazione tra le somme e il profitto illecito della truffa. Infatti ai sensi del Dl. 231 è possibile configurare come obbligatoria la confisca per la truffa aggravata commessa dai legali rappresentanti delle società e conseguente responsabilità di queste per non aver posto in essere gli opportuni controlli sull’operato degli amministratori.
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