I curatori fallimentari, divenuti sostituti d’imposta grazie a novità contenute nel dl 223/06, sono tenuti ad operare la ritenuta d’acconto e versarla. L’obbligo di assolvere in via esclusivamente telematica i pagamenti da effettuare con il modello F24 gli crea, però, numerose difficoltà: la legge fallimentare prevede che le somme realizzate nel corso della procedura siano obbligatoriamente depositate su un conto oppure un libretto bancario o postale intestato alla procedura e nessun prelevamento o addebito su questi conti può essere disposto se non in seguito al mandato del giudice delegato. La banca depositaria dei fondi pone un blocco sul conto corrente, rimovibile solo dietro materiale consegna della copia conforme del mandato di pagamento emesso dal giudice. Dal prossimo mese i curatori dovranno, perciò, farsi rilasciare dal giudice delegato un mandato di pagamento pari all’importo da versare mediante l’F24, portarlo in banca con anticipo, avvisando l’istituto di credito perché disponga lo sblocco della somma necessaria ad accogliere la richiesta di pagamento che verrà inviata dall’amministrazione finanziaria a seguito della trasmissione dell’F24 online. Una situazione disperata riguarda le procedure che dispongono esclusivamente di un libretto di deposito: in tali casi non resta che chiedere al giudice la trasformazione del libretto in conto corrente. Come se non bastasse, le ritenute vanno versate solo in modalità telematiche.
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