Il Presidente della Commissione Lavoro presso la Camera dei Deputati, Cesare Damiano, è intervenuto sulla questione “flessibilità pensione”, dimostrando soddisfazione perché l’argomento è una priorità per il Governo, che propone un taglio tra l’1 e il 3% l’anno, a seconda degli anni di anticipo dell’uscita dal lavoro, con possibilità di giungere al 4% per le pensioni più alte. Il Premier Renzi ha ufficializzato ieri, durante una trasmissione televisiva, la forbice per la riduzione, sotto il profilo retributivo e quello contributivo, degli assegni degli over 63 che intenderanno fruire dell’Ape (anticipo pensionistico). La misura entrerà nella Legge di Stabilità per il 2017 (Renzi: «se riusciamo anche prima, ma stiamo studiando i numeri»).
Tuttavia, la proposta - nelle prossime settimane sarà reso noto il testo curato dai tecnici di palazzo Chigi - non sembra per Damiano essere una soluzione “economicamente sostenibile e socialmente equa”, come invece ha dichiarato il Ministro del Lavoro, Poletti, perché è indubbio che non è possibile togliere la stessa percentuale a tutti.
Per Damiano non ci vuole un prestito, bensì un anticipo dell’assegno previdenziale erogato dall’INPS e la penalizzazione può essere anche articolata per fasce di reddito, ma dev’essere mediamente non superiore al 2%.
Inoltre, gli anni di anticipo dovrebbero essere fino a 4, non fino a 3 come propone il Governo ed i lavoratori precoci dovrebbero poter andare in pensione con 41 anni di contributi.
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