Il Tar per il Piemonte, Sezione prima – su ricorso di una società - ha sospeso la gara indetta dal ministero della Giustizia per la conclusione dell’Accordo quadro relativo all’approvvigionamento di derrate alimentari ed al confezionamento dei pasti per gli istituti penitenziari (di alcune Province della Regione Piemonte). E ciò in quanto la diaria giornaliera indicata a base d’asta – a parere del Collegio – risulta talmente irrisoria da non garantire un’offerta di qualità, competitiva e remunerativa.
Il ministero, in sostanza, ha praticato una riduzione secca del costo delle derrate alimentari, manifestamente eccessiva, oltre che non documentata, che è andata ad incidere in maniera esponenziale sul prezzo finale degli alimenti.
Orbene, ad avviso del Tar, questo modus procedendi può essere corretto solo nella misura in cui possa affermarsi che l’appaltatore non effettui alcun ricarico e non ricavi alcun utile dalla rivendita delle derrate alimentari. Il che può accadere nell’ambito di un servizio mensa; non certamente nella gara in causa (quanto meno in riferimento al servizio di vitto) che ha ad oggetto la sola fornitura dei viveri.
Il Collegio amministrativo – con ordinanza n. 474 del 30 ottobre 2017 – ritiene pertanto che, ai fini dell’individuazione di una corretta base d’asta, il ministero avrebbe dovuto ipotizzare un ulteriore aumento percentuale, tale da consentire all’appaltatore di proporre un ribasso e poi di coprire le spese di gestione dell’appalto, nonché di ricavare un minimo di utile di impresa.
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