Parametri e accesso alla professione forense. Le proposte di modifica del Guardasigilli
Pubblicato il 22 novembre 2012
Il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha messo a punto un
testo che interviene a modificare il Dm
140/2012, cosiddetto
“decreto parametri”. Il documento è il frutto di un incontro tenuto tra il Guardasigilli, l’ Organismo unitario dell’Avvocatura e le associazioni forensi e con il quale sono state concordate alcune modifiche relative alla disciplina dei parametri.
Oltre che occuparsi, specificamente, dei parametri relativi agli avvocati, il documento ministeriale contempla alcune novità di rilievo per tutte le categorie professionali. In particolare, è introdotto il generale riconoscimento delle spese forfettarie, spese che dovranno essere quantificate entro i limiti del 10 e 20% del corrispettivo. Prevista, per tutte le professioni, anche l'irrilevanza della mancata presentazione del preventivo al cliente e l'eliminazione, quindi, della valutazione negativa da parte del giudice nei casi in cui manchi la prova della consegna del preventivo medesimo.
Per il resto, con riferimento esclusivo ai legali, il documento contempla l’introduzione di un parametro numerico, compreso tra il 5% e il 20% del valore dell'affare, per la liquidazione dell'attività stragiudiziale di avvocato; la possibilità di aumentare, anche oltre il doppio, il compenso relativo a cause in cui si siano assistite più parti; lo stralcio della riduzione del 50% del compenso per il patrocinio a spese dello stato e per l'assistenza d'ufficio a minori; la creazione della fase dell'investigazione per l'attività giudiziale penale, con previsione di compensi al 70% di quelli previsti per la fase istruttoria; l'introduzione di due ulteriori scaglioni per le controversie di valore superiore ad euro 1.500.000,00 ed oltre 5.000.000,00.
Accanto all’articolato, il Guardasigilli ha presentato anche una proposta di modifica per quel che concerne la materia dell’accesso alla professione forense, proposta che si concretizza in tre alternative.
Come prima ipotesi, il ministro prevede di lasciare invariato il corso di laurea quinquennale e di modificare la struttura, la durata e il valore delle scuole di specializzazione universitarie. In particolare, il titolo di specializzazione diverrebbe obbligatorio per l'ammissione all'esame di avvocato e verrebbe conseguito dopo un anno di frequentazione delle scuole, i cui programmi, tra l’altro, diverrebbero più specialistici e pratici nonché concordati tra università e ordini territoriali.
Come seconda possibilità, il Guardasigilli propone di modificare il corso di laurea in giurisprudenza con previsione, per il quinto anno, della diversificazione del percorso in laurea magistrale di giurisprudenza generico o in laurea magistrale specifico per le professioni legali.
La terza opzione, infine, prevede l’introduzione di un numero programmato per l'accesso ai corsi di formazione professionale.