Ok alla richiesta di compenso per l’attività stragiudiziale di avvocato
Pubblicato il 29 novembre 2011
La Corte di cassazione, con la
sentenza n. 24324 del 18 novembre 2011, ha confermato la decisione con cui i giudici di merito avevano ritenuto fondata la richiesta di pagamento dei compensi avanzata da un legale nei confronti di una società per l’attività stragiudiziale dal primo esercitata in favore della seconda.
Mentre la ricorrente società sosteneva di aver esclusivamente interpellato l’avvocato in ordine ad alcuni rapporti e di aver ricevuto, tra l’altro, delle opinioni non solo irrealizzabili, ma addirittura contrarie all'interesse della società stessa.
Tuttavia, nel corso dell’istruttoria e, in particolare, grazie alle dichiarazioni di due testi indicati da entrambe le parti, era emerso che le contestazioni fra le parti erano nate in relazione agli importi pretesi e non già quanto alla esecuzione dell’incarico professionale prestato; la Suprema corte ha, pertanto, ritenuto legittimo l’operato dei giudici di merito i quali avevano fondato la pronuncia su corrette valutazioni giuridiche sulla base dei fatti desumibili dalle stesse prospettazioni essenziali dedotte dall’attore.
L’attività svolta dal legale, in definitiva, corrispondeva all’attività pattuita dalle parti, tipica della professione forense.