Disappunto dell’Organismo Congressuale Forense (OCF) rispetto al parere negativo espresso dall’Ufficio legislativo del ministero della Giustizia sugli emendamenti alla proposta di legge di semplificazione fiscale che mirano ad estendere ad avvocati e commercialisti la facoltà di svolgere l’attività di autentica e di certificazione delle cessioni d’azienda, anche se limitate alle sole di cessioni di ditte individuali.
L’auspicio dell’Organismo di rappresentanza politica dell’Avvocatura è che detta estensione venga accolta positivamente.
E’ quanto si legge in un comunicato dell’OCF datato 8 aprile 2019, dove viene evidenziato come l’attuale previsione, che consente ai soli notai la possibilità di stipulare i contratti di trasferimento d’azienda, non sia supportata da alcuna valida ragione, comportando solamente “una mera duplicazione di costi per le parti assistite da un avvocato, redattore materiale del contratto”, nonché generando anche una disparità di trattamento dal punto di vista concorrenziale tra il notaio e l’avvocato, “in quanto, sebbene entrambe le figure professionali possano già oggi assistere le parti e redigere i contratti, si crea un privilegio del tutto immotivato a favore del notaio”.
Per il coordinatore dell’OCF, Giovanni Malinconico, il mantenimento del sistema attuale sarebbe “incomprensibile”.
“Non si tratta” – si legge ancora nella nota – “di una contesa fra notai, avvocati e commercialisti: ciò che conta è l’interesse dei cittadini, e l’interesse dei cittadini è senz’altro quello di razionalizzare l’ordinamento riducendo un privilegio ormai anacronistico e immotivato”.
Il Coordinatore Malinconico ha anche evidenziato, in proposito, una mozione approvata durante il Congresso Nazionale Forense dei giorni scorsi, con la quale si auspica che agli avvocati venga concessa la possibilità di autenticare le sottoscrizioni nei contratti preliminari degli immobili da costruire affidati, dal nuovo codice della Crisi d’impresa, in via esclusiva ai notai.
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