Nuovo requisito di ammissibilità per i ricorsi dinanzi alla Corte di Strasburgo
Pubblicato il 31 maggio 2010
A partire dal prossimo 1° giugno, entrerà in vigore, in Ue, il protocollo n. 14 relativo alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali, contenente modifiche sulla presentazione dei ricorsi individuali innanzi alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo.
Il protocollo, ratificato dall'Italia con la Legge 280/05, è volto a garantire un più efficace funzionamento della Corte europea dei Diritti dell'Uomo.
In particolare, in base alle nuove disposizioni, viene introdotto un ulteriore criterio di ammissibilità dei ricorsi che consente alla Corte di dichiarare l'inammissibilità delle istanze nel caso in cui il richiedente non abbia subito uno svantaggio significativo, purché il "rispetto dei diritti umani" non richieda che la Corte si faccia pienamente carico del ricorso e ne esamini il merito.
Per quel che riguarda la valutazione dei ricorsi palesemente inammissibili è previsto l'intervento di un singolo giudice, assistito da relatori extra-giudiziari, al posto dell'attuale commissione di tre giudici. In presenza, inoltre, di ricorsi ripetitivi, quando cioè le istanze appartengono ad una serie derivante dalla stessa carenza strutturale a livello nazionale, si propone che una commissione di tre giudici possa dichiarare la relativa ammissibilità giudicando sulla base di una procedura sommaria semplificata.
Per quel che concerne le esecuzione delle sentenze, infine, il Comitato dei ministri potrà attivare un'azione giudiziaria contro il Paese che non esegua le pronunce della Corte.