Non bastano le presunzioni bancarie per il contribuente-dipendente

Pubblicato il 14 novembre 2009
La Cassazione, Sezione tributaria, con decisione 23852 dell'11 novembre 2009, ha ribaltato la decisione con cui la Commissione tributaria regionale, prima, e quella provinciale, poi, avevano confermato, nei confronti di una contribuente, dipendente dell'azienda del marito, un accertamento di maggior reddito basato su indagini sul suo conto corrente.

Secondo i giudici di legittimità, la presunzione legale secondo cui tutti i versamenti nel conto corrente di un contribuente sono normalmente derivati della sua attività, opera sull'ammontare ma non sulla legittimità dell'accertamento che deve comunque trovare giustificazione in altre disposizioni normative.

Poiché, poi, nel caso di specie, la contribuente era una lavoratrice dipendente, i versamenti effettuati nel suo conto corrente, oltre allo stipendio, non potevano essere considerati automaticamente come fonte di reddito da lavoro autonomo.

Per la Corte, infatti, le disposizioni sull'accertamento induttivo, di per sé, “non legittimano l'accertamento a carico di qualunque soggetto che abbia intestato un conto corrente”.
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