La Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la regione Lazio, con sentenza n. 2124 del 18 novembre 2009 pur riconoscendo l’attività gravemente dolosa posta in essere da un bidello di una scuola pubblica, che aveva deliberatamente provocato l’incendio provocando danni ingentissimi, non ha potuto accordare l’importo del danno richiesto dalla scuola, oltre 100.000 euro, non avendo questa documentato una stima dei danni effettivamente causati dall’evento doloso.
Infatti non è provato con certezza che i lavori sostenuti dal comune per risistemare la scuola danneggiata siano tutti conseguenza diretta del comportamento doloso messo in atto dal bidello. Aggiunge, pertanto, la Corte contabile che non potendosi quantificare in base ad elementi certi e verificabili l’esatto ammontare del danno, è necessario fare riferimento ad una valutazione in via equitativa, fissata in euro 10.000 più rivalutazione monetaria ed interessi legali a partire dalla pubblicazione della sentenza.
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