Niente permesso di soggiorno per chi vive di prostituzione
Pubblicato il 02 febbraio 2010
Il Consiglio di stato, con sentenza n. 7958 del 15 dicembre 2009, ha respinto l'appello presentato da una cittadina nigeriana avverso il decreto con cui il Questore della provincia di Catanzaro le aveva respinto la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno in Italia in quanto la stessa si prostituiva ed era indagata in un procedimento penale per furto. La donna si era difesa sostenendo di essere nella disponibilità di risorse reddituali valide per il sostentamento personale e del nucleo familiare di provenienza.
Motivi, questi, ritenuti irrilevanti dal Collegio amministrativo secondo cui la circostanza che nel sostegno della straniera concorressero guadagni derivanti dalla prostituzione determinava “il venir meno del requisito soggettivo del possesso di un reddito proveniente da fonte lecita, che costituisce condizione per l’ ingresso e per la permanenza nel territorio nazionale”. Inoltre, il riscontrato esercizio della prostituzione in strada integrava, secondo le direttive del ministero dell’Interno, “un vulnus” per le condizioni di ordine e sicurezza pubblica, giustificando, pertanto, "il giudizio di pericolosità sociale posto dal Questore ad ulteriore sostegno della determinazione di segno negativo”.