Molti dubbi sull’adozione della nuova disciplina comunitaria Iva: manca l’ufficialità del decreto di recepimento

Pubblicato il 15 gennaio 2010

Il mancato recepimento ufficiale nel nostro ordinamento del nuovo pacchetto di norme sulla disciplina Iva comunitaria (il decreto legislativo di adozione deve ancora essere approvato) crea non pochi problemi per i contribuenti, sospesi tra le norme che già sono entrate in vigore dal 1° gennaio 2010 e quelle che attendono l’adozione ufficiale.

L’agenzia delle Entrate si è prodigata, a fine anno scorso, per rilasciare la circolare n. 58/E, ma senza grande successo. Con il documento di prassi in questione sono state elencate le nuove regole in tema di territorialità Iva, che da quest’anno devono essere adottate, ma manca tutto l’aspetto legato al coordinamento tra la norma comunitaria e la disciplina nazionale. C’è da precisare, poi, che il legislatore interno ha ampliato il campo di applicazione della normativa senza, tuttavia, fornire indicazioni su come debba essere gestito il periodo di passaggio alla nuova regolamentazione. Per tali ragioni, resta ancora necessario un chiarimento su come rendere effettivamente operative le nuove deroghe sulla territorialità dell’imposta in base al luogo di utilizzo delle prestazioni o della loro committenza.

La circolare n. 58/E/2009 si è limitata solo ad affermare che il principio della territorialità dei servizi è stato ridefinito a seconda che si tratti di servizi ai privati, per cui resta ferma la regola del luogo del prestatore, o dei servizi alle imprese, per cui la territorialità rispetta la regola del luogo di stabilimento del committente. Per quanto riguarda le prestazioni o cessioni di beni effettuate in Italia da non residenti a favore di soggetti passivi italiani, invece, nulla cambia rispetto al passato. Non vi è obbligo di autofatturazione da parte del committente/cessionario residente, fin quando non verrà approvato il nuovo articolo 17 del Decreto del Presidente della Repubblica 633/72. Ma, i maggiori problemi legati al recepimento delle nuove direttive comunitarie in materia di imposta sul valore aggiunto riguardano il fatto che i contribuenti hanno l’obbligo di emettere fattura anche per le prestazioni di servizi fornite a soggetti passivi d’imposta stabiliti in un altro Stato Ue. Anche se la direttiva 2008/8/Ce ancora non è entrata ufficialmente in vigore, la circolare n. 58/E/2009 ha previsto che il nuovo adempimento sarà, comunque, efficace dal 1° gennaio 2010, dato che le disposizioni in materia previste nella direttiva citata risultano molto dettagliate. Perciò, nel fatturare si devono seguire le indicazioni riportate nella prima bozza di Decreto legislativo approvato in prima istanza dal Governo lo scorso 12 novembre 2009.

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