Mobbing, la repressione non basta

Pubblicato il 05 giugno 2006

La Suprema Corte di cassazione, con la sentenza n. 12445 del 25 maggio 2006 (trattata in Edicola il 28 maggio 2006), in merito alla ripartizione dell’onere della prova del danno del lavoratore “mobbizzato”, stabilisce che il lavoratore ha l’onere di provare sia il fatto che l’accaduto costituisce un inadempimento all’obbligo di sicurezza del datore di lavoro sia il nesso di casualità tra l’inadempimento ed il danno subito. Al datore di lavoro è, invece, dato di provare che l’inadempimento all’obbligo della sicurezza non è a lui ascrivibile. Nell’articolo è ampiamente esaminata la sentenza citata.

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