Misura cautelare confermata in capo al professionista indagato per riciclaggio
Pubblicato il 16 ottobre 2014
Con
sentenza n. 43130 del 15 ottobre 2014, la Corte di cassazione ha confermato il provvedimento con cui il Tribunale di Salerno aveva disposto,
in capo ad una commercialista, la misura cautelare degli
arresti domiciliari con il divieto di comunicare con persone diverse da quelle che con lei coabitavano o che la assistevano.
L'ipotesi accusatoria contestata alla professionista era di aver
partecipato attivamente, nella sua qualità di commercialista, alle
operazioni di schermatura e ripulitura di denaro di provenienza illecita, riferibile ad altro coindagato.
Nel dettaglio, è stata confermata la valutazione operata da parte del giudice di merito secondo il quale le
specifiche modalità delle condotte ascritte alla donna denotavano, anche per lo svolgimento di
prestazioni non riconducibili all'ordinaria attività professionale di commercialista, una
radicata ed elevata inclinazione delinquenziale alla commissione di fattispecie criminose analoghe.
In particolare, era risultato che la professionista avesse
ricevuto, da parte di un cliente,
un'ingente somma in contanti, poi
suddivisa in buste chiuse contenenti importi non superiori a 10mila euro e
consegnate a cinquanta soggetti compiacenti, scelti anche tra parenti, in relazione ai quali la professionista aveva predisposto
false certificazioni di donazione al precipuo
scopo di dissimulare l'operazione di estinzione di un mutuo ipotecario e
ostacolare l'identificazione del denaro non tracciato.