La Camera ha approvato ieri il disegno di legge di conversione del decreto Milleproroghe 2021.
Il testo del provvedimento (Dl n. 183/2020) passa ora all’esame del Senato per la conversione definitiva in legge entro il 1° marzo 2021.
Tra i rinvii, oltre alla proroga dei termini di pagamento di cartelle, avvisi di addebito ed accertamento fissata al 31 marzo 2021 e allo spostamento del termine ultimo per utilizzare il cosiddetto “bonus vacanze”, posticipato dal 30 giugno 2021 al 31 dicembre 2021, anche la proroga fino al 31 dicembre 2021 della sospensione delle scadenze relative alle agevolazioni "prima casa".
Il Ddl di conversione del decreto Milleproroghe ha allungato ulteriormente i tempi di sospensione delle scadenze per mantenere l’agevolazione “prima casa”: la sospensione durerà ora 678 giorni, dato che la scadenza del 31 dicembre 2020 viene posticipata al 31 dicembre 2021.
Inizialmente, era stato il Dl n. 23/2020 (art. 24) a sospendere dal 23 febbraio al 31 dicembre 2020 (313 giorni) i termini previsti dalla normativa sull’agevolazione per l’acquisto della “prima casa” per mettere in atto i comportamenti attivi che il contribuente avrebbe dovuto tenere.
Nello specifico, i termini sospesi sono:
i 18 mesi in cui l'acquirente deve stabilire la residenza nel territorio del comune in cui si trova l'immobile acquistato;
i 12 mesi di cui l'acquirente dispone, dalla cessione dell'immobile acquistato con i benefici, per mantenere l'agevolazione procedendo all'acquisto di un altro immobile da adibire a propria abitazione principale;
i 12 mesi che il contribuente ha a disposizione per vendere l'abitazione per cui ha fruito dell'agevolazione, in caso di acquisto di un secondo immobile.
Con l’approvazione del Milleproroghe, la scadenza del 31 dicembre 2020 viene posticipata al 31 dicembre 2021.
Di conseguenza:
tutti i termini in corso al 23 febbraio 2020 restano sospesi fino a dicembre e ricominciano a decorrere dal 1° gennaio 2022;
tutti i periodi che avrebbero iniziato il decorso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 dicembre 2021, inizieranno a contarsi dal 1° gennaio 2022.
Rinviata al prossimo 1° marzo la partenza delle segnalazioni, da parte dei consumatori, degli esercenti che si rifiutano di acquisire il codice lotteria per la lotteria degli scontrini.
Tra gli emendamenti approvati, anche la moratoria delle trivelle, che andrà avanti ancora fino a settembre per consentire al nuovo Esecutivo di intervenire definitivamente, mentre il mercato libero dell'energia slitta di un altro anno, a gennaio 2023, con i clienti del mercato tutelato che potranno rimanere con i loro attuali contratti ancora per tutto il 2022.
Nessuna novità, invece, sul blocco degli sfratti, che resta così come è fino alla fine di giugno. Quindi, l'idea di consentire dal 1° aprile il rilascio degli immobili se le morosità degli inquilini erano state certificate prima della pandemia (cioè prima di marzo 2020), mentre per negozi e attività commerciali si sarebbero dovute considerare le chiusure anti-Covid-19, non è passata. Ora si punta a preparare un ordine del giorno, da inserire nel primo provvedimento utile.
Il presidente e il vicepresidente della Commissione finanze della Camera hanno formulato una proposta - inviata venerdì agli ordini professionali e alle imprese – che è diventata un ordine del giorno approvato alla legge di conversione del decreto legge Milleproroghe.
Con tale proposta si vuole cercare di superare l'attuale sistema degli acconti nei due momenti di giugno/luglio e novembre, per trasformarli in una rateizzazione mensile sempre mantenendo il criterio di competenza e, allo stesso tempo, si vuole abrogare il versamento della ritenuta di acconto del 20% per le partite Iva.
Si legge nell’ordine del giorno che, vista l’intenzione condivisa di intervenire sulla riforma dell'Irpef, si ritiene indispensabile in tale contesto anche adottare altre misure di semplificazione; per tale motivo, si invita il Governo a prendere in considerazione la proposta, che però non deve essere confusa con quella fatta a settembre dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, di introdurre il criterio per cassa degli acconti degli autonomi su base mensile.
La proposta di ieri ha trovato il consenso anche dei sindacati dei commercialisti (Anc, Sic, Unagraco, Unico), secondo i quali essa “potrebbe costituire un importante primo passo nel processo di razionalizzazione e semplificazione fiscale che le nostre Associazioni e gli stessi cittadini richiedono, pur nel mantenimento dell'attuale impianto normativo”.
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