Milleproroghe e anatocismo: colpo di spugna sui rimborsi

Pubblicato il 26 febbraio 2011 Prosegue sul filo di lana la corsa del Milleproroghe, incassata la fiducia e l’approvazione della Camera il testo va all’esame del Senato. Per domenica, giorno della scadenza, dovrebbe essere promulgato.

Tra le misure del decreto quella sull’Anatocismo – doppi interessi sui passivi del conto corrente, gli interessi pagati sugli interessi - è la più discussa. Non è stata eliminata la norma salva-banche: la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall'annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell'annotazione stessa, in ogni caso non si fa luogo alla restituzione degli importi già pagati.

Il testo ribalta quanto stabilito dalla Corte di cassazione che a dicembre 2010 stabiliva che chi ha subito l’anatocismo aveva il diritto di chiedere alla banca la restituzione degli interessi illegittimi, entro 10 anni dalla chiusura del conto. Fissare in 10 anni dall'ultima applicazione degli interessi trimestrali la prescrizione per presentare ricorso, vorrebbe dire che, se il testo del Milleproroghe fosse convertito in tale versione, chi negli anni scorsi ha pagato alle banche interessi su base trimestrale (somme illegittimamente addebitate dalle banche sui conti correnti con la capitalizzazione trimestrale degli interessi) non dovuti non avrà diritto al rimborso.

In una nota congiunta i deputati del PdL Giuseppe Marinello, vicepresidente della Commissione bilancio della Camera, e Alessandro Pagano, componente della Commissione finanze della Camera avevano scritto: “le cause avviate da migliaia di correntisti, il cui esito sarebbe stato la soccombenza in giudizio delle banche, saranno perse per legge. Le aziende, ma anche i singoli cittadini, che hanno intrapreso la via giudiziaria non solo non otterranno alcun risarcimento, ma addirittura saranno costretti a pagare le spese di giudizio”.

La norma fa scandalo trasversalmente, le Associazioni dei consumatori daranno battaglia. Secondo una fonte di Governo, il ministro dell'Economia potrà rivedere, con il primo provvedimento utile, la norma per intervenire eventualmente sui procedimenti ancora pendenti senza rischiare la stabilità del sistema bancario.
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