Manovra. Pace fiscale collegata alla rottamazione delle cartelle

Pubblicato il 26 settembre 2018

A poche ora dall’approvazione della Nota di aggiornamento al Def si fa sempre più forte l’ipotesi di collocare il rapporto deficit/Pil programmatico nel 2019 all’1,9%, cosa che se, da una parte, dovrebbe garantire un abbassamento del peso del debito, dall’altra, rischierebbe di mancare la correzione anche minima all’indebitamento strutturale chiesta dalle regole Ue.

Entro il 27 settembre, il Governo deve presentare alle Camere il documento con le nuove previsioni macroeconomiche e gli obiettivi programmatici da raggiungere con la Manovra. Parallelamente si sta lavorando anche al Decreto legge collegato alla Manovra e la “pace fiscale” potrebbe seguire proprio questo percorso.

Nuova pace fiscale legata alla rottamazione già in corso

Nel Dl collegato alla Manovra, che sarà varato nei prossimi giorni dal Consiglio dei ministri, si individuano quelle che sono le strade che il Governo intende perseguire soprattutto con riguardo al capitolo fiscale. Oltre alla pace fiscale, molta attenzione è posta alla possibilità di prorogare i versamenti per la sanatoria già aperta.

Prende, infatti, sempre più piede l’ipotesi di un collegamento tra l’ultima rottamazione delle cartelle ancora in corso e la nuova pace fiscale, per offrire più tempo per versare le rate ancora dovute per chi ha già aderito a questa sanatoria.

L’obiettivo, come spiega il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci, è quello di costruire un sistema incentrato sul contraddittorio e il confronto, introducendo “una norma a regime che in qualsiasi momento dia la possibilità al contribuente o all’ufficio di sedersi a tavolino e trovare una soluzione”.

In quest'ottica, si sta lavorando su una duplice direzione:

Coloro che potranno beneficiare di questo legame tra pace fiscale e rottamazione delle cartelle saranno soprattutto quei contribuenti che hanno aderito alla definizione agevolata scegliendo di pagare il dovuto in più rate, la cui scadenza cade dopo la data del 1° ottobre 2018.

Infatti, una delle condizioni per ottenere più tempo per pagare è quella di essere in regola con il versamento delle rate già scadute. Pertanto, chi ha aderito alla rottamazione di carichi affidati da gennaio a settembre 2017 e ha scelto di pagare in 5 tranche e deve versare, entro il 1° ottobre, la seconda rata (pari al 20% dell’importo complessivamente dovuto), se è già in regola con il primo appuntamento scaduto lo scorso 31 luglio, potrà vedersi riconoscere dal Dl collegato sulla pace fiscale un nuovo piano di ammortamento per saldare il debito residuo.

A pesare sulla decisione finale sarà, comunque, la compatibilità con i saldi di finanza pubblica.

La pace fiscale su cui l’Esecutivo sta lavorando ha anche un altro obiettivo: una stretta sui reati tributari per colpire la grande evasione e le frodi fiscali. L’attenzione è tutta concentrata sulle infedeli e le omesse dichiarazioni, oltre che sulle false fatturazioni e agli altri meccanismi di evasione fraudolenta.

Proroga ampia per gli sconti fiscali sui lavori edilizi

E’ allo studio anche una proroga triennale per tutto il pacchetto degli sconti fiscali collegati ai lavori edilizi.

Per dare certezza ai cittadini contribuenti si sta lavorando all’ipotesi di prolungare per tre anni, fino al 31 dicembre 2021, tutti i bonus esistenti collegati ai lavori in casa, come l’ecobonus, il bonus ristrutturazioni e le relative diramazioni.

Solitamente i bonus casa vengono differiti solo di anno in anno. Questa volta, invece, Governo e maggioranza stanno immaginando un piano triennale di scadenza di queste agevolazioni fiscali, ipotizzando un orizzonte temporale più ampio, che arrivi fino al 2021. Il fine: quello di dare una prospettiva certa a cittadini e imprese.

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