Il giorno dopo l’approvazione da parte del Governo della Manovra 2020 si fanno strada conferme e smentite sulle ipotesi avanzate precedentemente.
Dal Mef era giunta notizia, anche con comunicato stampa, che nel Decreto fiscale ci sarebbe stata la proroga dal 16 novembre 2019 al 16 marzo 2020 del pagamento della rata per i contribuenti ai quali si applicano gli ISA e i c.d. forfettari. Questo avrebbe consentito di avere un tesoretto, nel 2020, di circa 3 miliardi di euro.
Ebbene, il governo ha fatto marcia indietro. Lo stesso ministro dell’Economia, Gualtieri, durante un’intervista ad un quotidiano, ha affermato che non ci sarà nessuna proroga al 16 marzo 2020 delle imposte dovute da imprese e professionisti soggetti agli ISA o in regime forfettario. Tale misura sarà sostituita dalla riduzione del 10% degli acconti delle imposte da versare a fine novembre e da una rimodulazione del saldo del 2020.
D’altronde, era stato segnalato dai tecnici dell’Economia come la proroga a marzo prossimo fosse incompatibile con i metodi di classificazione Eurostat e, sul fronte interno, avrebbe comportato che i contribuenti pagassero la prima parte dell’acconto dopo il versamento della seconda rata.
Nella Manovra datata 2020, spazio alla stabilizzazione degli incentivi per Industria 4.0.
La nuova legge di Bilancio conterrà la proroga per il triennio 2020-2022 dell'iperammortamento, con una “supervalutazione del 170% degli investimenti in beni nuovi, strumentali, materiali e ad alto contenuto tecnologico, atti a favorire i processi di trasformazione tecnologica in chiave Industria 4.0 e in maniera sostenibile ed ecocompatibile”.
Nuovo il fatto che si guardi ad incentivi sostenibili ed ecocompatibili.
Il documento stabilisce anche:
Con riferimento al piano Industria 4.0, per incrementare la competitività delle imprese svantaggiate, la legge di Bilancio ha stabilito per il 2020:
Tra le misure dirette ad aumentare il gettito, il documento di Bilancio prevede l’aumento da 50 a 150 euro delle imposte ipotecaria e catastale sui trasferimenti immobiliari soggetti all’imposta di registro. Per bilanciare tale crescita, viene affiancata una riduzione da 200 a 150 euro per ciascuna imposta sui trasferimenti immobiliari soggetti ad Iva.
In ambito di revisione delle detrazioni fiscali, verrà introdotta una soglia di reddito - tra i 100 e 120 mila euro - oltre la quale lo sconto dell’Irpef relativo agli oneri detraibili al 19% viene gradualmente ad azzerarsi. Ne rimarrebbero escluse solamente le detrazioni per gli interessi passivi sui mutui.
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