Magistrati tributari AMT: al via lo sciopero di tre giorni
Pubblicato il 17 marzo 2025
Dal 18 al 20 marzo 2025, i magistrati tributari aderenti all’Associazione Magistrati Tributari (AMT) hanno proclamato uno sciopero nazionale per manifestare il loro dissenso sulla gestione della riforma della giustizia tributaria.
L’astensione dalle udienze è stata annunciata dalla presidente dell’AMT, Daniela Gobbi, e mira a sollecitare interventi urgenti sulle criticità della riforma.
Nelle giornate di astensione saranno tenute le udienze per la trattazione delle sole istanze cautelari.
Astensione magistrati tributari dal 18 al 20 marzo 2025
Le ragioni della protesta
L’AMT ha individuato tre questioni centrali alla base dell’agitazione:
- Adeguamento del trattamento economico: attualmente, i magistrati tributari ritengono che la loro retribuzione sia inadeguata rispetto alla complessità delle controversie fiscali trattate e al livello di responsabilità richiesto. Per questo motivo, l’AMT chiede un allineamento salariale con gli altri magistrati ordinari.
- Transito nel nuovo ruolo a tempo pieno: la recente riforma ha introdotto una nuova figura di magistrato tributario a tempo pieno, ma non ha previsto un meccanismo chiaro per il transito dei giudici attualmente in servizio. Questo potrebbe comportare l’esclusione di figure altamente qualificate dal sistema, con un impatto negativo sulla giustizia tributaria. L’AMT chiede che il passaggio sia garantito previa valutazione della professionalità acquisita.
- Revisione della geografia giudiziaria: la riforma prevede la chiusura di alcune sedi territoriali, una decisione che potrebbe compromettere il diritto di accesso alla giustizia per i contribuenti. L’AMT sottolinea la necessità di un riequilibrio basato su criteri di efficienza, piuttosto che su una semplice logica di riduzione dei costi.
Le richieste dell’AMT
Per affrontare queste criticità, l’AMT ha chiesto un incontro con il Vice Ministro dell’Economia, Maurizio Leo, avanzando le seguenti proposte:
- apertura immediata della procedura di transito per i magistrati già in servizio, con un sistema di valutazione della professionalità acquisita;
- mantenimento di una distribuzione territoriale adeguata delle sedi giudiziarie, evitando chiusure indiscriminate che potrebbero ridurre l’accessibilità alla giustizia tributaria;
- revisione del trattamento economico, affinché sia coerente con le responsabilità e il ruolo dei magistrati tributari.