Magistrati sempre più preparati in ambito fiscale

Pubblicato il 06 ottobre 2010

La Corte di Cassazione si trova sempre più spesso a dover valutare sentenze di carattere fiscale e tributario, non senza inconvenienti, come recentemente sottolineato in tono polemico da alcuni quotidiani, che riportano le difficoltà giornaliere dei giudici Supremi nel dirimere la spinosa materia fiscale. La circostanza di dover affrontare “sentenze imprevedibili” può, in qualche modo, essere alla base dell’accusa mossa alla Corte, che tuttavia non condivide. Non vuol parlare di imprevedibilità, piuttosto di “inevitabili oscillazioni”. Come si legge in un comunicato del 5 ottobre 2010, rilasciato dall’ufficio stampa della Cassazione: “la sezione tributaria è fortemente impegnata a mantenere in limiti assolutamente fisiologici le inevitabili oscillazioni connesse alla notevole quantità dei ricorsi esaminati e alla continua evoluzione normativa che impone una costante opera di interpretazione e di ricostruzione sistematica”.

Dunque, per la Corte è proprio l’assenza di una visione organica della normativa tributaria e il progressivo aumento di rilevanza del diritto comunitario a rendere difficile il compito dei giudici della sezione tributaria.

Ne segue un appello al Consiglio superiore della magistratura (Csm) per la scelta di magistrati sempre più preparati in ambito tributario, da assegnare all’omonima sezione. La Corte è consapevole che si tratta di una richiesta difficile da soddisfare, data l’attuale procedura del concorso unico per la scelta dei magistrati da assegnare alla funzione di consigliere di Cassazione. Perciò, l’auspicio non può essere che quello di giungere presto ad un mutamento del sistema per le future assegnazioni.

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