Magistrati: riforma della responsabilità civile all'esame della Camera

Pubblicato il 24 febbraio 2015 L'Aula della Camera, nella seduta del 24 febbraio 2015, proseguirà con la discussione della proposta di legge sulla disciplina della responsabilità civile dei magistrati, già licenziata dal Senato.

La proposta prevede, tra le altre novità, l'aumento del termine, da 1 a 2 anni, entro cui lo Stato dovrà esercitare l'azione di rivalsa obbligatoria nei confronti del magistrato. Rimane fermo, infatti, in questo contesto, il principio della responsabilità indiretta del giudice, secondo cui il cittadino non potrà rivolgersi direttamente nei confronti del magistrato, bensì allo Stato.

L'azione di rivalsa, in ogni caso, non potrà eccedere un importo pari alla metà di un'annualità di stipendio del giudice, al netto delle trattenute, salvo il caso di fatto commesso con dolo.

Il danno non patrimoniale potrà essere risarcito anche al di fuori dei casi di privazione della libertà personale nelle ipotesi in cui il magistrato abbia agito con "dolo" o "colpa grave" o per "diniego di giustizia".

Anche le attività di interpretazione di norme del diritto e di valutazione del fatto e delle prove, per le quali, in linea generale, si applica la clausola di salvaguardia che esclude la responsabilità dei magistrati, divengono tuttavia rilevanti nelle ipotesi di dolo, colpa grave e di violazione manifesta della legge e del diritto della Ue.

Prevista, altresì, l'eliminazione del filtro di ammissibilità e la ridefinizione delle fattispecie di "colpa grave", in cui ricadrebbe anche il "travisamento del fatto e delle prove".

Anm in stato di “mobilitazione”

Il testo all'esame del Parlamento ha sollevato diversi malumori all'interno della categoria dei magistrati.

In proposito, il Comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati (Anm) ha approvato un apposito documento con cui viene deliberato “lo stato di mobilitazione per la settimana in cui verrà approvata la nuova normativa, sospendendo l’attività giudiziaria per il tempo necessario a presentare questo documento e illustrarne le ragioni”.
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