Lotta all’evasione. Firmato accordo con il Liechtenstein

Pubblicato il 27 febbraio 2015 Prosegue la lista degli accordi di scambio di informazioni fiscali tra l’Italia ed altri Stati Ue per la fuoriuscita di tali Paesi dalla black list dell’Agenzia delle Entrate e, così, uniformarsi alle disposizioni richieste dalla legge sulla voluntary disclosure.

Ecco, dunque, che dopo l’accordo di lunedì 23 febbraio a Milano tra Italia e Svizzera, un altro Stato ha siglato con il nostro Paese un accordo che riprende la tecnica del Protocollo aggiuntivo in materia di richieste di gruppo, abbracciando i principi dell’articolo 26 dello standard Ocse in materia di assistenza amministrativa tra i due paesi.

Il 26 febbraio, a Roma, infatti, è stato raggiunto l’accordo tra Italia e Liechtenstein in materia di scambio di informazioni ai fini fiscali e analogamente a quanto avvenuto con la Svizzera, tale Accordo pone fine al segreto bancario nel Principato (Mef, comunicato stampa 26 febbraio 2015).

L’intesa ha come obiettivo quello di sviluppare ulteriormente la cooperazione amministrativa tra i due Paesi e rafforzare il contrasto all’evasione fiscale.

Insieme all’Accordo anche un Protocollo aggiuntivo in materia di “richieste di gruppo”.

Grazie alla firma di tali due atti è ora consentito lo scambio di informazioni sui conti o attività finanziarie in essere con il Liechtenstein, che viene così equiparato ai Paesi non black list. Dunque, chi ha un conto nel Principato, per continuare ad averlo, deve aderire al programma di collaborazione volontaria oppure dimostrare la regolarità delle attività depositate rispetto alla legge tributaria italiana.

Ai fini della procedura per la regolarizzazione dei capitali detenuti illegalmente all'estero, i contribuenti che hanno conti nel Liechtenstein potranno regolarizzare la loro posizione pagando tutte le imposte dovute, usufruendo comunque di un regime sanzionatorio di favore.

La corsa agli accordi prosegue: si stringono i tempi anche per l’intesa tra l’Italia e il Principato di Monaco. Le delegazioni dei due Paesi si sono già incontrate per chiudere l’accordo entro i tempi previsti dalla legge sulla voluntary disclosure (2 marzo 2015).
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