Lotta al lavoro nero. Le proposte italiane al CESE

Pubblicato il 11 settembre 2014 Con comunicata stampa del 10 settembre 2014, sono state rese pubbliche le proposte italiane, esposte dal Sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, nel suo intervento alla Sessione plenaria del Comitato economico e sociale europeo (CESE) a Bruxelles, dove si sta discutendo di una piattaforma comune europea per il contrasto al lavoro irregolare.

Considerando la globalizzazione, i cambiamenti socio-demografici ed i fenomeni migratori, diventa strategico istituire una piattaforma europea con cui cooperare nella lotta al lavoro sommerso, anche perché in questo campo la capacità di intervento dei singoli Stati appare sempre più ridotta.

La crisi ha alimentato la crescita del lavoro sommerso e i lavoratori sono sempre più spesso obbligati a trasferirsi in altri Paesi ed a scendere a compromessi su tipologie contrattuali, condizioni di lavoro e retribuzioni.

Poiché le conseguenze del lavoro irregolare non dovrebbero ricadere sul lavoratore, l’Italia ha quindi proposto sanzioni più incisive per i datori di lavoro che utilizzano lavoro irregolare, come l’esclusione dai contratti pubblici.

Inoltre, per reprimere l’illegalità occorre rendere i controlli più snelli e favorire un approccio collaborativo da parte di chi riceve l'ispezione.

Infine, per superare l'attuale moltiplicazione di verifiche ispettive effettuate dagli organi competenti nelle varie materie (salute e sicurezza, obblighi tributari, normativa lavoristica), il Governo italiano sta progettando l’istituzione di un’agenzia unica per le ispezioni che dovrebbe accorpare le attività svolte oggi dagli ispettori del Ministero del Lavoro, dell’INPS, dell’INAIL e delle Asl, permettendo l’unificazione delle banche dati dei vari enti, così da poter attingere ad un bacino ampio ed unico di informazioni.
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