L'indennizzo per irragionevole durata dei processi paralizza i Tar

Pubblicato il 21 giugno 2010
Secondo un'elaborazione effettuata dal segretario della Giustizia amministrativa, i ricorsi presentati presso i Tar per lamentare la lentezza della giustizia potrebbero diventare oltre 508 mila e ricoprire quasi l'80% dell'arretrato giacente se i giudici intenderanno seguire il nuovo indirizzo di Cassazione diminuisce dai cinque ai tre anni il limite di ragionevole durata per la conclusione di un processo in primo grado. Finora questo tipo di procedimenti ha comportato, per l'erario, una spesa di 33 milioni di euro da inizio 2008 a ottobre 2009. Non solo. Il 72% dei fascicoli pendenti in primo grado, a fine 2009, ha già accumulato cinque anni di attesa legittimando le richieste di risarcimento delle parti in causa ai sensi della Legge Pinto.

Sempre in materia di indennizzo per la violazione del termine ragionevole di durata dei processi, vi sono novità in ambito europeo. Dal 1° giugno è infatti entrato in vigore il protocollo 14 alla convenzione dei diritti umani secondo cui saranno irricevibili lei domande che non abbiano ad oggetto un “pregiudizio importante”.

Intanto, la Giustizia amministrativa si ferma: l'Associazione nazionale magistrati amministrativi (Anma) ha indetto, a partire da lunedì 21 giugno, l'astensione dal lavoro per due udienze consecutive utili, secondo un calendario di scioperi che coinvolgerà i Tar fino a metà luglio. I magistrati amministrativi protestano contro la recente manovra economica del governo ed il taglio delle retribuzioni.
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