Licenziamento per giusta causa per pubblicazione offensiva su Facebook

Pubblicato il 18 settembre 2015

Il Tribunale di Milano, con ordinanza dell’1 agosto 2015 ha riconosciuto la legittimità di un licenziamento per giusta causa intimato ad un dipendente che aveva pubblicato su Facebook alcune foto scattate durante l’orario di lavoro in locali aziendali accompagnate da frasi ingiuriose, idonee a ledere l’immagine dell’azienda.

Per il Giudice, anche se le didascalie non recavano il nome dell’azienda, essendo inserite nell’immagine pubblica del lavoratore, erano accessibili a tutti, compresi i soggetti facenti parte della sua cerchia familiare nonché di amici e conoscenti i quali potevano capire a quale azienda fossero riferite le espressioni di discredito.

Quel comportamento si configura quale palese violazione di ciò che “la coscienza sociale considera il minimum etico” (Cass. Civ., Sez. Lav., 1 settembre 2009, n. 12735), con la conseguenza che ogni questione afferente all’affissione del codice disciplinare diviene irrilevante.

In simili ipotesi, infatti, non sussiste il rischio per il dipendente di incorrere in sanzioni per mancanze non conoscibili, poiché ogni comportamento che configuri una grave violazione dei doveri fondamentali del rapporto di lavoro, è conoscibile e contestabile indipendentemente da una specifica previsione contrattuale.

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