Per la Corte di Cassazione (sentenza n. 17514 del 4 luglio 2018) è legittimo il licenziamento per giusta causa del dipendente, autista di pulman riservati al noleggio privato, che ha svolto altra attività di lavoro durante i lunghi periodi di assenza per malattia (oltre 100 giorni nel periodo marzo-luglio 2013) e per infortunio in itinere (dal 7.8. al 14.10.2013), per giunta senza l'adozione delle prescrizioni imposte dal medico curante (collare cervicale) e per numerose ore consecutive.
Nel caso di specie la Corte, alla luce del copioso materiale probatorio e fotografico fornito dal datore di lavoro – il quale si è servito di un’agenzia investigativa privata - ha ritenuto provata l'attività di gestione attiva di un parcheggio di un lido da parte del lavoratore in questione, il quale è stato osservato intento al lavoro per numerose ore consecutive per un lunghissimo periodo ed è stato poi fotografato in pose di evidente attività, orientata all'indicazione dei luoghi e delle modalità di parcheggio ai clienti.
La frequenza settimanale delle osservazioni da parte dell'agenzia investigativa incaricata dal datore di lavoro e la costante presenza del lavoratore inducono a ritenere che si trattasse di attività svolta con regolarità praticamente quotidiana e con posture non riposanti anche perché mantenute per ore e sotto il calore del sole pieno.
Le azioni compiute dal dipendente sono apparse, infatti, incompatibili con la denunziata infermità o comunque sicuramente idonee a ritardare se non a compromettere il recupero della forma fisica e delle energie necessarie.
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