Liberalizzazioni: l’addio alle commissioni sul credito fa scattare le dimissioni Abi
Pubblicato il 02 marzo 2012
All’approvazione da parte del Senato del decreto liberalizzazioni, con fiducia, il Comitato di presidenza dell'Abi si è dimesso in blocco. Ma Antonio Catricalà, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, annuncia che una via d’uscita dalla crisi banche-Governo, scatenata proprio dal decreto liberalizzazioni, sarebbe già pronta. Si tratterebbe di un emendamento parlamentare al decreto sulle semplificazioni fiscali, all'esame della Camera, che prevede un cambiamento della norma sulla nullità delle clausole che immettono commissioni per le linee di credito concesse dalle banche. Si ricorda che per effetto della norma che interviene sulla commissione di massimo scoperto, sconfinamenti in assenza di affidamento ovvero oltre il limite del fido concessi dalle banche ai clienti potranno essere oggetto di interessi esclusivamente con il tasso debitore sulle somme prelevate.
Altro nodo banche, oltre al conto fino a 1.500 euro gratuito per i pensionati e alla transazione gratuita per rifornimenti di carburante fino a 100 euro, gli istituti perderanno il 50% della liquidità di cassa a Roma degli enti locali, tesoretto che verrà trasferito alla Tesoreria unica nazionale.
Per il resto, rimane invariato quanto detto nei giorni scorsi. Tra le misure: le pubbliche amministrazioni potranno pagare i loro debiti compensandoli con i crediti vantati verso i propri clienti; la pianta organica dei notai si allarga e dal 2015 sarà bandito un concorso annuo, tuttavia non servirà più il notaio per chiudere un'ipoteca; nasceranno 20 tribunali per le imprese, per seguirle in caso di liti tra soci, nell’ottica di semplificare i rapporti giustizia-aziende.