Legittima la previsione del requisito della cittadinanza per accedere al pubblico impiego
Pubblicato il 03 settembre 2014
In tema di accesso al lavoro, è lasciata al legislatore un'ampia possibilità di contemperare opposte esigenze tutte costituzionalmente rilevanti.
Così, se nel
lavoro privato opera pienamente la
parità di trattamento tra cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari, con riguardo agli
impieghi pubblici trova spazio la valutazione della
particolarità e delicatezza della funzione svolta alle dipendenze dello Stato.
E dette differenze, tutt'ora giustificano, nel nostro ordinamento, la
preferenza per i cittadini italiani e, in virtù del particolare legame internazionale che lega l'Italia agli altri paesi della Ue, per quelli
comunitari ad essa equiparati.
E' quanto puntualizzato dalla Corte di cassazione nel testo della sentenza n.
18523 depositata il 2 settembre 2014.