La Corte di cassazione, nella sentenza n. 25623 del 4 dicembre 2009, ha asserito che la presunzione contenuta nell’art. 51 del Dpr 633/72, in base al quale i versamenti sui conti correnti dei contribuenti che non trovano giustificazione vanno considerati reddito imponibile, opera solo in caso di versamenti sospetti sui conti delle imprese.
Per avere lo stesso risultato sui conti dei soci o dei familiari occorre effettuare l’inversione dell’onere della prova che stabilisce che sia l’amministrazione finanziaria a dover provare che i versamenti sui conti privati appartengono invece alla società.
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